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Preso l’hacker che terrorizzava i supermercati: «Pagate o avveleno acqua e cibo col cianuro»

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Attacco hacker Acea
Minacciava di avvelenare acque minerali e prodotti alimentari nei supermercati. Per farlo non avrebbe esitato a utilizzare cianuro, solfato di tallio e topicida: in cambio chiedeva il pagamento di un riscatto, richiesto in criptovalute. E così aveva creato una vera e propria spirale del terrore 
celandosi dietro email anonime, inviate attraverso provider esteri, fino ad arrivare al punto di pubblicare video dimostrativi sulle modalità dell’avvelenamento, per apparire ancora più persuasivo nel ricatto alle aziende alimentari, vittime dell’estorsione.

Le accuse

Adesso però tutto questo è finito grazie alle tempestive indagini, dirette dai magistrati del pool “reati gravi contro il patrimonio e stupefacenti” della Procura della Repubblica di Roma e delegate alla Polizia Postale del Lazio, coordinata dal CNAIPIC del Servizio Polizia Postale. L’attività investigativa ha consentito di trarre in arresto la persona accusata ora di avere posto in essere i sopracitati tentativi di estorsione, aggravati, si apprende, “dal danno patrimoniale di rilevante gravità, con l’utilizzo di modalità atte a celare la propria identità ed in luoghi tali da ostacolare la pubblica e privata difesa”. 
 

Chi è l’hacker che minacciava i supermercati

Ad ogni modo l’hacker è un cittadino italiano di 47 anni, residente nella provincia di Trieste. E’ lui l’uomo colpito da una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma.

Come venivano minacciate le aziende

I fatti contestati vanno dall’agosto 2021 fino al maggio scorso. Le vittime venivano ricattate con comunicazioni via mail, che sfruttavano avanzati sistemi di anonimizzazione. Il presunto estorsore richiedeva il pagamento in criptovaluta di ingenti somme di denaro, minacciando l’avvelenamento e l’inserimento in commercio dei prodotti distribuiti dalle aziende contattate, mediante contaminazione con cianuro, solfato di tallio, topicida. 
 
La minaccia prevedeva anche la successiva divulgazione, attraverso gli organi di stampa, dell’avvenuto avvelenamento dei prodotti, con potenziale rilevantissimo allarme sociale, danno di immagine ed economico per le aziende e soprattutto determinando un gravissimo pericolo per la salute dei consumatori.

I video

Per dare ulteriore forza e credibilità al proposito estorsivo, nelle comunicazioni ricattatorie si faceva diretto riferimento ad avvelenamenti e inserimenti dei prodotti nella distribuzione già posti in essere. La Polizia Postale di Roma ha infatti rinvenuto in possesso dell’indagato anche diversi file-video, che documentavano presunti avvelenamenti dei prodotti e il loro successivo riconfezionamento, in attesa di eventuale inserimento nella catena di distribuzione al pubblico. 
E’ opportuno sottolineare che dalle indagini è emerso che tali azioni non sono state poste in essere e non risulta che si sia mai verificato l’avvelenamento di prodotti alimentari e di acque, anche grazie alle tempestive indagini eseguite.

Le indagini e i collegamenti con l’estero

Le complesse indagini del Nucleo Operativo per la Sicurezza Cibernetica (NOSC) della Polizia Postale del Lazio, coordinate a livello centrale dal CNAIPIC – Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche della Polizia di Stato, hanno fatto emergere notizia di numerose altre aziende, italiane ed europee (in Germania, Francia, Spagna, Austria e Svizzera), vittime del medesimo modus operandi criminale.
 
E proprio l’immediato scambio informativo internazionale condotto dalla Procura di Roma e dal CNAIPIC, attraverso la cooperazione degli ufficiali di polizia giudiziaria presso EUROPOL ha consentito di realizzate una preziosa collaborazione investigativa tra i cyber-agenti italiani ed i colleghi della Polizia austriaca impegnati in una similare e ben avviata attività investigativa sul medesimo personaggio, attraverso lo sviluppo delle tracce informatiche e finanziarie lasciate sulla scena.
 
Contestualmente la Procura della Repubblica di Roma avviava preziosa e leale collaborazione, attraverso il desk italiano di EUROJUST , con la Magistratura austriaca, che consentiva di acquisire alle indagini decisivi elementi investigativi. Collaborazione rivelatasi, poi, decisiva per consentire alle forze dell’ordine di ricostruire le varie tessere del mosaico estorsivo e convergere sull’identificazione del cittadino triestino come principale indiziato di tutte le condotte illecite.

La perquisizione

Nel corso della complessa attività investigativa, la Polizia Postale del Lazio, insieme alla Polizia Postale del Friuli-Venezia Giulia, ha eseguito un provvedimento di perquisizione personale e domiciliare emesso dalla Procura della Repubblica di Roma a carico del soggetto indagato. L’uomo, nel frattempo, si trovava già in regime di affidamento in prova ai servizi sociali, misura alternativa alla detenzione concessagli proprio a seguito di una precedente condanna, in via definitiva, per altri delitti di frode informatica ed estorsione.
 
La perquisizione informatica si è protratta per oltre sedici ore. Un tempo indispensabile al personale operante per il superamento dei complessi sistemi informatici di protezione degli accessi ai propri devices impostati dall’indagato. Alla fine però, dopo numerosi tentativi, la Polizia Postale è riuscita ad accedere ai contenuti del portatile dell’indagato, raccogliendo anche nell’immediato preziosi elementi indiziari che confermavano l’ipotesi investigativa.

Sequestrati oggetti usati per i video

Inoltre in sede di perquisizione sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro una serie di oggetti, tra i quali una tovaglia, un forno, una bilancia per il peso di alimenti, del tutto identici a quelli che comparivano in uno dei video amatoriali girati dall’indagato, nei quali venivano rappresentate le modalità di avvelenamento, da realizzare mediante l’inserimento di solfato di tallio, all’interno di barattoli di prodotto.
 
https://www.ilcorrieredellacitta.com/ultime-notizie/fuoco-a-tutti-attacco-degli-hacker-russi-killnet-ai-siti-istituzionali-italiani-ecco-gli-obiettivi.html
 
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