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“Ammazziamo te e il cane”, commerciante dell’Appia vittima di usura: tre arresti

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“Ammazziamo te e il cane” e “..ve mando a dormi alla stazione Tuscolana”. Queste le minacce che un commerciante dell’Appia si è sentito rivolgere dagli “strozzini”. Tre le persone arrestate: un uomo, la madre e la fidanzata, ora ai domiciliari. Il reato per cui sono indagati è usura. A fronte di 160 mila euro iniziali che doveva al 37enne romano, la vittima, in totale, ha versato, tra l’inizio del 2019 e la fine del gennaio 2021, un milione e 4 mila euro. I versamenti per lo più sono stati fatti su conti concorrenti bancari di banche londinesi e cipriote; in alcuni casi questi conti venivano creati ad hoc, ovvero aperti poco prima di ricevere il versamento e poi chiusi subito dopo aver ricevuto e trasferito i soldi. Alcune quote sono state consegnate con assegni e ricariche Postepay. Per cercare di estinguere il debito il commerciante ha dato fondo alle sue risorse e a quelle dei familiari, ha chiuso il negozio, pensando anche di togliersi la vita.

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Come è stato adescato

Fine 2018. Il commerciante viene avvicinato da un presunto broker che gli ha prospettato un investimento in borsa dal guadagno sicuro. La vittima così investe circa 90 mila euro. Il denaro, però, svanisce nel giro di poco tempo. Il broker così rilancia: bisogna rischiare di più per riprendere anche la somma persa. Stavolta la puntata è più grande: 160 mila euro. Ma il commerciante non li ha. Ed ecco qui che arriva C.D. , 37enne romano conosciuto da poco. È lui che glieli presta, ma così inizia il calvario. Perché il broker, dopo aver preso i soldi, sparisce.

Le minacce

Le prime richieste di denaro arrivano con la c.d. tecnica della “lagnazione”. Gli usurai, con frequenza sempre maggiore, vanno al negozio del malcapitato e lamentano di essere loro stessi in gravi difficoltà economiche. Poi C.D. insieme alla madre e alla fidanzata, passano alla minacce: “..ammazziamo te e il cane” e “..ve mando a dormi alla stazione Tuscolana”. Oltre alle classiche promesse di ritorsioni fisiche i tre hanno minacciato la vittima dicendogli che se non pagava sarebbero andati a “via Botero” (sede del commissariato Appio ndr) a denunciarlo per molestie sessuali, mai avvenute. Nell’ultimissima fase, invece, è entrato in azione un ulteriore soggetto, sulla cui identità sono tuttora in corso accertamenti, che, aggravando ulteriormente le minacce, si è presentato come il reale finanziatore iniziale.

Gli arresti

A seguito dei pregnanti elementi acquisiti nella fase delle indagini la Procura ha chiesto ed ottenuto dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Roma una misura cautelare nei confronti dei 3 indagati, che è stata eseguita questa mattina dagli stessi investigatori del commissariato Appio. L’uomo è stato tradotto in carcere, mentre le due donne, dopo gli accertamenti di rito, sono state poste agli arresti domiciliari.

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