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Cena fuori casa, da maggio la riapertura dei ristoranti: le parole di Draghi e le regole da seguire

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Colori Regioni

Allentamenti delle misure ed eventuali aperture. Da giorni non si fa altro che parlare di questo, ora che l’Italia è quasi tutta tinta di “arancione” e le misure restrittive sembrano dare i primi segnali incoraggianti. Il nuovo Decreto, in vigore fino al 30 aprile, prevede nel testo un meccanismo per dare “respiro” alle attività, riaprire lì dove si ritiene necessario, dove i casi e la situazione epidemiologica lo consentono.  La zona gialla, quindi, non esiste su “carta”, ma è a quella a cui ambiscono tutte le Regioni. Al momento, una data ufficiale per riaprire non c’è, perché tutto dipenderà sia dalla curva che dalla campagna di vaccinazione, con l’obiettivo di “tutelare” soprattutto gli anziani e i più esposti al rischio. Una data importante, però, è quella del 16 aprile, quando gli esperti della cabina di regia si riuniranno e si deciderà il nuovo “futuro colorato” del Paese, si capirà se ci sono territori con dati da fascia gialla. 

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Riapertura ristoranti a maggio: il piano

I ristoranti e i bar, per il momento, possono lavorare solo d’asporto e con consegne a domicilio. Niente pranzi e cene seduti al tavolo. Eppure, da maggio, come spiega il Messaggero, si potrebbe ritornare a mangiare fuori casa, ma bisognerà raggiungere due obiettivi: l’Rt deve aggirarsi intorno allo 0.8 e la campagna di vaccinazione deve accelerare. 

Sono due le ipotesi riportate dal quotidiano romano. La prima è aspettare il primo maggio per ritornare (dove si può) alla zona gialla e permettere ai ristoranti di lavorare a pranzo, per poi valutare un’eventuale apertura anche a cena con il coprifuoco a mezzanotte. La seconda, voluta soprattutto dalla Lega, è di anticipare di una settimana, sempre tenendo in considerazione tutti i parametri, lì dove i dati sono da zona gialla.

Quello che è certo che è per ora non c’è nessuna data ufficiale perché questa verrà annunciata quando i valori lo permetteranno, quando i contagi saranno in calo così come i ricoveri e le terapie intensive.  In ogni caso, il premier Mario Draghi ha chiesto al Comitato Tecnico Scientifico di mettere a punto nuovi protocolli con regole meno rigide, pur garantendo sempre la sicurezza. Bisogna dare a queste attività, tra aperture e chiusure a singhiozzi, la possibilità di ritornare a lavorare. Con la speranza che maggio sia davvero il mese della ripresa perché sono tante le categorie allo stremo, piegate dalla crisi economica.

Ieri, dopo una manifestazione a Roma, alcuni protestanti aderenti al progetto “Io Apro” sono stati ricevuti dal MEF del Governo Draghi e al termine dell’incontro hanno spiegato che c’è intenzione di aprire dal 20 aprile: “C’è una seria intenzione di aprire già dal 20 aprile, ma non possiamo accontentarci delle parole. Decideranno venerdì” – si legge in un post pubblicato sulla pagina Facebook di “IoApro”. Questi giorni saranno decisivi per capire quale sarà la linea da seguire, anche in vista dell’estate. 

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