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Ardea, acqua potabile, fognature e cittadini infuriati su Rai 3 a Buongiorno Regione

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Ardea sotto i riflettori della trasmissione di Rai 3 Buongiorno Regione, che questa mattina ha inviato una sua troupe nella cittadina rutula per verificare le numerose segnalazioni pervenute dai cittadini che lamentano l’assenza di servizi primari come ad esempio le carenze dovute al mancato completamento della rete idrica e di quella fognante in alcuni quartieri. Castagnetta, Montagnano, Colle Romito, Salzare: sono solo alcune delle zone citate questa mattina da Mariella Anziano, la giornalista del tg 3 che ha intervistato dapprima alcuni cittadini che hanno raccontato come si vive senza acqua corrente e quali e quante battaglie vengono portate avanti per veder riconosciuto un diritto primario.

A Montagnano, racconta Elvira, una residente, non c’è né acqua corrente né fognature. Il problema deriva dalla mancanza del collettore.

“Noi ci serviamo dei pozzi, con molte difficoltà, visto che dobbiamo combattere anche con l’inquinamento delle falde”.

Per risolvere la situazione ci sarebbero a disposizione dei fondi, ai quali però il Comune di Ardea non può accedere a causa di un debito pregresso che l’ente ha nei confronti della Regione.

Stessi problemi, come raccontano altri residenti, anche a Colle Romito.

Poco dopo, in diretta, è arrivato il sindaco Luca Di Fiori.

“Non è giusto dire che a Colle Romito non ci sono le fogne – ha esordito il Primo Cittadino – perché le fogne ci sono grazie al servizio idrico integrato. Alla Castagnetta abbiamo già fornito il servizio: abbiamo coperto il 75% del quartiere per quanto riguarda l’acqua e il 100% per la rete fognaria, in questa zona. A Montagnano abbiamo già realizzato le fogne, manca il collettore da 1 milione e 200 mila euro che l’assessore regionale Refrigeri diceva di aver finanziato. Ma in realtà, di quei 3 milioni e 300 mila euro (i lavori comprendono una zona molto più vasta) ad Ardea sono arrivati solo 10 mila euro”.

La giornalista ha allora precisato che non sono arrivati a causa del debito pregresso del Comune di Ardea verso la Regione.

“Parliamo proprio di protostoria, dagli anni della Prima Repubblica fino ad arrivare al 2003/2004. Si tratta di 1 milione e 600 mila euro in conto capitale e 1 milione e 600 mila euro di interessi che il Comune di Ardea deve dare alla Regione. Abbiamo fatto notare che c’è stata una transazione tra Idrica ed Acea, per una maggiorazione del 22% delle tariffe dell’acqua”.

A questo punto la giornalista ha interrotto Di Fiori.

“Sindaco, in pratica lei sta dicendo che Ardea non può fare niente”.

“Non è arrivata una lira, dalla Regione”, ha replicato il Primo Cittadino. “Per questo abbiamo fatto una serie di tavoli con l’ing. Lasagna e con Refrigeri per arrivare a una transazione in modo che questi soldi arrivino, in modo da poter far partire le opere già appaltate”.

Un problema politico, quindi, più che tecnico.

L’ingegner Proietti, rappresentante della Regione, ha fatto considerazioni diverse.

“Da parte della Regione lo sforzo è stato fatto, visto che i 3 milioni e 200 mila euro messi dalla Regione sono veri, oggettivi e di cassa. L’attuabilità di questi finanziamenti è legata alla composizione della situazione debitoria, questo per dare un senso agli importanti investimenti fatti – anche per Ardea – dalla Regione Lazio: parliamo di circa 20 milioni solo per quanto riguarda questa problematica”.

“I soldi sono solo sulla carta – ha replicato Di Fiori – visto che Ardea non li ha mai ricevuti, anche se il depuratore è stato realizzato nel nostro territorio: è come avere un bagno che i nostri cittadini non possono utilizzare”.

E per quanto riguarda l’acqua potabile?

“Abbiamo presentato alla Regione un progetto per circa 4 milioni di euro – ha risposto Di Fiori – che fa parte dell’accordo Zaratti, che ammonta a 9 milioni di euro. Di questi, ripeto, ad Ardea sono arrivati solo 10 mila euro. La Regione – ha rincarato il sindaco – non è in grado nemmeno di eliminare il problema degli odori e dei rumori legati al depuratore, dove scaricano solo i Comuni dei Castelli e non Ardea”.

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