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ARRESTO DI MARIO, COMMENTI E CONSEGUENZE

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“La notizia dell’arresto di Raffaele Di Mario della DIMA Costruzioni non sorprende minimamente chi, da troppo tempo, come la Fillea Cgil denunciava la drammaticità della situazione economica in cui versava il gruppo DIMA come capofila e le altre società collegate, prima tra tutte la DIMA costruzioni Spa”. Così hanno commentato oggi i sindacati la notizia dell’arresto del costruttore pometino. “Altri debbono domandarsi, siano essi gruppi dirigenti delle banche o della politica locale, perché non hanno prestato ascolto a quanto da noi denunciato circa l’improvviso espandersi dell’impero del Di Mario – hanno proseguito dalla Fillea Cgil, che in questi mesi è stata a fianco dei circa 200 dipendenti del gruppo, senza stipendio dallo scorso dicembre – La politica pometina non è indenne dal fascino indiscreto del denaro, basta pensare a quanti è, sedendo legittimamente sugli scranni delle poltrone del consiglio comunale di Pomezia, sono poi stati destituiti dall’ordinamento giudiziario in quanto trovati in attività non legittime e non trasparenti con il proprio ruolo. Di Mario è potuto crescere in modo esponenziale grazie ‘all’acqua dove nuotava!’. Siamo orgogliosi di questa nostra magistratura italiana, delle forze dell’ordine e del loro operato in nome del popolo onesto e lavoratore!”. Ma l’arresto di Raffaele Di Mario, legato esclusivamente al centro commerciale “La Bufalotta”, non ha avuto eco solo a Pomezia: ad interessarsi alla vicenda tutta Italia, visto che l’imprenditore aveva appalti sparsi per tutta la penisola. Quello che è stato scoperto dagli inquirenti potrebbe infatti essere solo la punta di un iceberg, che ha le sue basi nell’acquisto, effettuato nel 2006, anno in cui iniziò la scalata dell’ex muratore, di Palazzo Sturzo, che per 40 ha ospitato la sede della DC. In un solo giorno, Di Mario aveva acquistato la palazzina, pagandola 34 milioni di euro, dal Partito Popolare, per poi rivenderla dopo poche ore, alla cifra concordata di 52 milioni di euro, ad una società di leasing, con un contratto di locazione finanziaria, ricavando un guadagno netto di 18 milioni di euro. Adesso le Fiamme Gialle vogliono vederci chiaro in tutte le transazioni effettuate dalle società riconducibili a Di Mario e capire se le somme distratte siano maggiori di quelle finora accertate. L’inchiesta trae origine da una serie di segnalazioni giunte alla Procura, tra cui quella dell’Agenzia delle Entrate. Intanto, a soffrire della situazione non solo i dipendenti diretti, ma anche tutti coloro che, grazie all’indotto creato, avevano a che fare con il costruttore, circa mille persone, che adesso si trovano senza lavoro e senza alcuna certezza di poter un giorno essere pagati per i servizi resi nei mesi passati. Insieme a loro, temono per il futuro anche tutti quegli acquirenti che avevano già versato la caparra per l’acquisto di un appartamento al Parco della Minerva, il cantiere più grande di Pomezia. Una catastrofe per Pomezia, dove la crisi economica dei mesi scorsi pare non avere mai fine. Al momento le indagini sono concentrate soprattutto sulle società Dimafin, Diemme Costruzioni, Dimatur, Cogesc, Belky 86, Cosedi, Ponente, Stoner, Project e Dima Rent.

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