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Regione Lazio, Luca Malcotti nuovo consigliere regionale

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Il Consiglio regionale del Lazio ha votato la temporanea sostituzione, con 36 voti favorevoli su 36 votanti, del consigliere Luca Gramazio (PdL-Forza Italia) con Luca Malcotti, ai sensi dell’art. 16bis della legge 17 febbraio 1968, n. 108; Gramazio era stato sospeso in virtù dell’art. 8 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, essendo stato colpito da una delle misure coercitive in conseguenza delle quali detta norma prevede la sospensione dalle cariche regionali, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria denominata “Mafia capitale”.

Malcotti, che subentra in quanto candidato più votato della stessa lista elettorale del consigliere sospeso, era già stato assessore regionale ai Lavori pubblici nella giunta di Renata Polverini . Malcotti ha militato nelle organizzazioni giovanili del Movimento sociale italiano. Nel 1997 diventa dirigente della federazione provinciale di Roma di Alleanza nazionale, dove per molti anni ha militato nell’assemblea nazionale. Nel 2001 e nel 2006 viene eletto consigliere capitolino. Alle attività politiche Malcotti ha affiancato l’attività sindacale, prima nella Cisnal e poi nell’Ugl. Nel 2000 diventa Segretario Generale di Roma e Lazio dell’Unione generale del lavoro dove ricopre attualmente la carica di segretario nazionale del Terziario.

Malcotti ha deciso di aderire al gruppo Misto proseguendo la costruzione di una opposizione in Regione legata anche ai comitati civici che stanno crescendo in tutto il territorio.

Come riferisce il quotidiano “Secolo d’Italia” il 7 luglio 2015:

«Se dovessi fare una prima richiesta, io chiederei a Zingaretti di fare un incontro con Marino e di dimettersi entrambi oggi» dichiara Luca Malcotti, nel primo giorno da consigliere regionale.

«Aderirò al gruppo Misto, perché io ho assunto delle funzioni di carattere sindacale, di rappresentanza del mondo del lavoro e vorrei quindi portare queste istanze in Consiglio regionale», ha detto Malcotti, precisando però che il suo ruolo non si limiterà a questo, «perché ho una matrice politica ben precisa, che rimane». «Il progetto è quello di riaggregare un centrodestra possibile, nelle modalità che saranno possibili. Io credo ci sia bisogno di dare rappresentanza al mondo del lavoro e al territorio e questo è quello che farò e ho sempre fatto. Sono una persona di territorio e di questioni sociali», ha proseguito Malcotti, chiarendo anche che però la sua «prima richiesta» politica oggi è quella delle dimissioni di Zingaretti e Marino. «La cosa giusta da fare, anche con tutti i rischi che ne conseguono», ha spiegato il neoconsigliere regionale.

Per Malcotti, infatti, «è necessario dare una svolta». «Quando le situazioni sono così pesanti continuare a mettere toppe non è un buon modo per non fare affondare la nave, meglio provare a costruirne una nuova», ha detto l’esponente del centrodestra, invitando «le varie forze politiche» a «fare tesoro delle esperienze e degli errori fatti». Secondo Malcotti, quando Zingaretti ha riferito in aula su Mafia capitale «dava l’impressione di parlare come un passante, come se questa roba l’avesse vista al telegiornale. Io credo che non sia sostenibile: lui è il presidente della Regione Lazio e un esponente autorevole del Pd. Come passante non è credibile». Quanto a Marino, poi, «non c’è bisogno di dire niente, è semplicemente un marziano. Mi aspettavo di più da Zingaretti: da Marino non mi aspetto nulla».

Ma Malcotti ha affrontato anche il tema delle circostanze in cui si è concretizzato il suo subentro in Regione, sottolineando che «è un ritorno in un contesto un po’ penoso, io subentro dopo un arresto, ahimè». «Questa inchiesta – ha commentato – è una bruttissima storia. Bisogna distinguere un piano personale e un piano politico. Ci sono persone che conosco molto bene e mi auguro che ne escano nel modo migliore possibile, ma rimane una brutta pagina per la politica, che dà un ennesimo colpo alla credibilità delle istituzioni locali». L’ingresso in regione di Luca Malcotti avviene per gli effetti della legge Severino, che è stata applicata nei confronti di Luca Gramazio dopo l’arresto del 4 giugno nell’ambito di Mafia Capitale. Per questo, tecnicamente, si parla di una «sostituzione temporanea»: la sospensione di Gramazio, che non ha presentato le dimissioni da consigliere regionale, in base alla normativa cesserà «nel caso in cui nei confronti dell’interessato venga meno l’efficacia della misura coercitiva (…) ovvero venga emessa sentenza, anche se non passata in giudicato, di non luogo a procedere, di proscioglimento o di assoluzione o provvedimento di revoca della misura di prevenzione o sentenza di annullamento ancorchè con rinvio».

Massimiliano Gobbi

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