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Smantellata banda dedita alle truffe ai danni di società finanziarie: oltre 1 milione di euro di raggiro

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Ricorrevano alle persone in difficoltà economiche, prive di protesti e di altre situazioni pregiudizievoli, per disporre delle controparti utili alle richieste di finanziamento indirizzate a società finanziarie, cui veniva promesso, in contropartita, il 10% della somma erogata in prestito.
Una banda specializzata nelle truffe ai danni di operatori finanziari è stata sgominata dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma che hanno arrestato la mente del sodalizio e denunciato 56 persone, accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere, truffa ai danni di società finanziarie e uso di atti falsi.
Un giro d’affari milionario quello realizzato dal sodalizio che aveva preparato tutto alla perfezione assegnando ruoli e compiti precisi ai vari membri, con tanto di professionisti e figure varie incaricate del procacciamento e della conclusione degli affari.
Gli accertamenti delle Fiamme Gialle, sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma, sono partiti da una denuncia presentata dall’amministratore di una società raggirata di Roma, con cui erano stati sottoscritti quattro contratti di cessione del “quinto” dello stipendio da altrettanti lavoratori di due società, i cui rapporti con queste erano in realtà inesistenti.
L’artificio consisteva nel predisporre false buste paga e Certificati Unico Dipendente (cc.dd. “C.U.D.”, dal 2015 “Certificazione Unica”), con cui le società venivano indotte in errore facendo affidamento sul rapporto di lavoro e sull’entità dello stipendio.
Gli organizzatori delle truffe avevano pensato bene di domiciliare presso i propri uffici le sedi delle imprese fasulle a nome delle quali veniva rilasciata la falsa documentazione e, per rendere più credibile l’esistenza dei rapporti con i fantomatici datori di lavoro, veniva simulato addirittura l’interessamento, con un trasferimento di chiamata, dell’ufficio deputato alla gestione del personale.
Quarantadue sono i casi di raggiro accertati, per cifre che oscillavano tra i 10mila e i 30mila euro l’una, per un totale di oltre un milione di euro.

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