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Ubriaco e drogato al volante di un’auto rubata, uccise una bambina: in fuga Daniel Domar il giorno del processo

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Il rumeno Daniel Domar, accusanto di omicidio colposo per la morte di Stella Manzi il giorno 26 dicembre 2013 sulla strada Nettunense, secondo le disposizioni del Tribunale di Latina, era sottoposto alla misura restrittiva degli arresti domiciliari, ma lui è fuggito.

Quella sera del 26 dicembre il giovane era alla guida di un’auto rubata, senza patente e sotto effetto di alcool e droga. Lo scontro avvenne sulla Nettunense, all’altezza di Aprilia: la Ka condotta da Domnar si schiantò contro una Fiat Panda, dove viaggiava Stella insieme alla madre Giannina, alla sorellina di 4 anni e a due cugini di 20 anni. Immediata ma inutile la corsa all’Ospedale Bambin Gesù di Roma: il decesso il giorno dopo, a causa della gravità delle ferite riportate dalla bimba. La vicenda della piccola Stella Manzi sconvolse l’opinione pubblica. L’arresto di Daniel Domnar, accusato di omicidio colposo, venne eseguito dalla Polizia Stradale al termine di alcuni accertamenti e dopo un accorato appello lanciato dal padre della piccola nel giorno dei suoi funerali. Dopo sette mesi di carcere, al 21enne vennero però concessi i domiciliari presso un’abitazione di Desio.

Nell’udienza davanti al Tribunale di Latina, il Giudice Matilde Campoli ha respinto la richiesta di patteggiamento presentata dal difensore dell’imputato, confermando la custodia cautelare in carcere e rinviando il processo al rito ordinario per la molteplicità di aggravanti: guida senza patente e alterazione psico-fisica, velocità folle. Da quell’impatto fatale, oltre il doloroso decesso, gravi lesioni sono derivate agli altri occupanti dell’autovettura su cui viaggiava la bambina. La mamma della piccola Stella ha manifestato la sua soddisfazione per la decisione del magistrato.

Poi sono stati concessi gli arresti domiciliari al rumeno e oggi si sarebbe dovuta celebrare la prima udienza dl processo presso Tribunale, ma l’omicida non si presenta in aula e la madre della vittima, Giannina Calissano, manifesta la sua rabbia e indignazione attraverso i canali di Facebook, invocando l’aiuto dei cittadini a riconoscerlo e denunciarlo alle forze dell’ordine.

M.C.

 

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