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 Giusy Elle, l’Electric Duo Project (EDP) sulla vetta della musica di qualità

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Giusy Elle, una passione vera per la musica e tanta seria dedizione, l’amore per la natura ed una certa disciplina dell’anima che non le fa perdere la dolcezza. Questo appare approcciando al lavoro di ricerca musicale che porta avanti con minuziosa precisione e gusto raffinato, selezionando duo di talento. Le abbiamo chiesto di raccontarci il suo lavoro con la musica perché è davvero interessante.

Giusy Elle e l’amore per la musica

Giusy, cosa fai nella vita e come è nata l’idea del progetto che dà voce ai vari duo elettrici? Vuoi dire ai lettori perché hai scelto proprio la formula del duo?

Lavoro in ambito artistico, anche se lontano dal mondo musicale: collaboro da tanti anni con mio marito che è un artigiano orafo. Creiamo gioielli sia con linee nostre che soddisfacendo le varie esigenze dei clienti. Sono un’esteta e ho il bisogno di attorniarmi di cose belle (Nigi).

Ho sempre avuto la passione per la musica ma ho potuto studiare uno strumento musicale (la chitarra) solo dopo i 30 anni. Lavoravo già con mio marito e dedicavo molto del mio tempo libero allo strumento, così ha cominciato a studiare musica con me, suonando la batteria.

La nascita dell’ Electric Duo Project

Dopo lo scioglimento di un gruppo rock al femminile, sono rimasta a casa a fare le prove soltanto con mio marito. Anche in due si potevano creare belle cose e così è nato il duo Talking Sound, un progetto dark rock un po’ acerbo ma molto soddisfacente, il primo di questa line-up in Trentino Alto Adige, regione in cui vivo e che ho scelto per l’altra mia passione: la montagna.

Era il 2007 e per studiare la categoria 2-piece chitarra-batteria avevo creato un profilo a tema su Myspace (il primo social per musicisti) dove raccoglievo tutti i duo simili in giro per il mondo, famosi o meno che fossero. L’Electric Duo Project pone l’accento, quindi, esclusivamente sulla line up chitarra elettrica e batteria.

La forza del progetto di Giusy Elle

Negli anni avrai acquisito molta esperienza e potresti raccontarci cosa hai imparato; qual è la forza del tuo progetto? Ha respiro internazionale?

Nel 2010 sono passata con EDP da Myspace a Facebook e visto che nel frattempo avevo scovato una marea di power duo chitarra-batteria in giro per il mondo e che nel contempo ne stavano nascendo di nuovi anche in Italia, mi sono concentrata esclusivamente sulla realtà nazionale.

Per non disperdermi non ho voluto approfondire nemmeno i duo basso-batteria, sebbene li seguo sempre molto volentieri. La forza del mio progetto è quindi la specificità, che rende la Community (col tempo il progetto singolo iniziale si è espanso coinvolgendo i diretti interessati) unica nel suo genere.

Da semplice fruitrice di musica in generale mi sono ritrovata quindi ad approfondire realtà precedentemente a me ignote: i vari duo si esprimevano per esempio in generi musicali dei quali non conoscevo l’esistenza prima di questa avventura, come il noise, il doom, lo sludge e via dicendo. Questo percorso mi ha fatta quindi crescere a livello di cultura musicale ma anche conoscere la splendida realtà underground e tutte le persone che vi ruotano attorno con le loro proposte che esulano dal mainstream o cover band.

Non sapevo nulla di DIY eppure nel mio piccolo lo professavo già inconsciamente. A livello invece di esperienza da condividere con gli altri, diciamo che mi sono presa il compito di divulgare l’esistenza di questa categoria, in tutte le sue sfumature e peculiarità, sdoganando l’idea che l’organico minimo per fare musica rock sia quello di tre elementi, idea diffusa più nel settore dei professionisti, specie fino al primo decennio del nuovo millennio, che non tra il pubblico. Col tempo i duo stessi hanno elaborato escamotage tecnici per rendere al meglio anche con solo due strumenti e tramite le interviste che pubblico tutti questi particolari vengono alla luce e alla portata di tutti. Inoltre è bello vedere come ognuno interpreta questa formazione in maniera varia e personale.

Il progetto che esalta i migliori power duo

C’è qualche band in particolare che ti ha colpita?

Certamente! Tutte coloro che hanno fatto del loro linguaggio musicale qualcosa di particolare e distintivo, o che hanno toccato le mie corde personali. Però con il mio progetto do luce ad ogni power duo, a prescindere dai miei gusti individuali, non dico mai “mi piace o non mi piace” ma cerco di rappresentare al meglio i musicisti a prescindere, con la loro musica e il loro messaggio distintivo. Rispetto l’espressione artistica di ognuno e, come a una mamma a cui si chiede quale dei suoi figli preferisce, è sempre difficile rispondere…

Comunque, dimenticandone parecchi, ti nomino i Cani dei Portici da Bologna, con il loro postcore sofisticato e una qualità stupefacente di suono, sia in fase live che su disco (entro l’anno la pubblicazione del loro attesissimo nuovo album!); i piemontesi TheBuckle, che suonano stoner; ma anche i più recenti Raìse, dalla provincia di Vicenza; i miei corregionali Ens-O che con l’ausilio dell’elettronica creano magiche atmosfere o i mascherati Longblond, appena scoperti e che mi fanno letteralmente impazzire, che propongono un rock tostissimo ben condito con l’elettronica e interventi scratch e che fanno persino ballare! Penso anche ai San Leo e Tristan da Cunha o agli Anice. E come non menzionare gli OvO? Il duo di noise estremo di fama mondiale che con la sua ventennale carriera è il precursore di tutti i duo chitarra-batteria italiani. Tutti gli altri che mi perdonino…

Giusy Elle, il web e le realtà musicali underground internazionali

Tu scrivi anche di musica; cosa è mutato nella musica oggi dagli anni ’80? I grandi artisti in parte ci hanno lasciati; c’è un turn over interessante?

Come dicevo prima, per lungo tempo sono stata una fruitrice di musica mainstream, anche se ormai non seguivo più le radio perché le trovavo banali e noiosamente zeppe di stacchi pubblicitari. Con l’utilizzo del pc e del web, che per via del lavoro ho avuto modo di approcciare molto presto, mi sono imbattuta invece nelle prime radio underground e nei circuiti di radio internazionali venendo a conoscenza così di molte belle realtà musicali.

Scrivo di musica però soltanto dal 2012, anno in cui, ormai conclusa l’avventura con i Talking Sound e trovatami ad avere parecchio tempo libero, ho iniziato a stilare le mie prime monografie di duo con tanto di intervista e col tempo anche con la recensione dell’ultimo lavoro discografico della band in esame (attualmente ho pubblicato oltre 220 articoli).

gli anni 80 e il cambiamento del panorama musicale

Il cambiamento del panorama musicale te lo descrivo quindi dall’esterno: gli anni ’80 sono stati quelli della mia adolescenza e da lì ad oggi i cambiamenti sono stati ovviamente innumerevoli, come in molti altri settori della vita. La digitalizzazione ha rovesciato vecchi equilibri ma la razza umana, per necessità di sopravvivenza, si sa adattare alle nuove esigenze.

I grandi artisti se ne stanno andando ad uno ad uno, come è naturale che sia, mentre le nuove leve vengono create, plasmate, sfruttate e poi accantonate, mi pare di vedere, secondo una logica puramente di profitto. Ma questo riguarda il mainstream, ancora monopolizzato da vecchi marpioni del mestiere.

Ciò che ritengo vitale è che continui ad esserci un florido movimento underground perché è qui che si concentrano le idee più originali e significative, è qui che il linguaggio si evolve naturalmente, si ibrida e si trasforma in nuove, interessantissime espressioni.

Difficilmente sbucheranno da questo terreno, seppure fertile, dei Big, eppure so che sono questi artisti di nicchia a fare la storia, a creare nuovi linguaggi, a mantenere viva la musica. In questo senso sono molto fiduciosa: anche se tutto si muove all’interno di ambiti ristretti e con mille difficoltà, la vita continua, la musica non si ferma.

Il lavoro di ricerca e suddivisione

Come trovi le band che ti interessano? Hai creato delle partnership con qualche realtà musicale straniera?

Cerco molto in rete e gli algoritmi ti aiutano con i loro suggerimenti. C’è poi il passaparola di amici o musicisti di duo (capita spesso che qualcuno mi invii un link chiedendomi “Li conosci questi?”) se non addirittura di veri appassionati come me che per qualche motivo si sono ‘intrippati’ nella realtà delle 2-piece divenendo degli scouter e con i quali ci scambiamo i frutti delle nostre ricerche.

Da qui è nato il mio approfondito Censimento dei duo chitarra-batteria nazionali (qui) che cerco di tenere sempre aggiornato, per quanto possibile. Lì si ha una panoramica immediata del fenomeno sul territorio nazionale, infatti ho diviso le varie band per regione, per genere ma anche per data di fondazione, a dimostrazione di come i duo chitarra-batteria si stiano diffondendo sempre di più.

Per quanto riguarda l’estero, invece, ho avuto modo di presentare alcuni duo e la loro musica nientemeno che sulla storica radio pirata californiana Free Radio Santa Cruz, grazie al programma Music in the Mail condotto da quell’incredibile donna che è Livia Monteleone, sezione ritmica, per un periodo, del duo barese Dirty Trainload. Suona ancora lì ora che è rientrata in Italia e che l’organico è ormai cresciuto. Guarda, la storia è talmente ricca e bella che ti lascio qui il link del mio articolo con tutti i particolari, vedrai che bell’esempio di musicista!

La New Releases Compilation 2020

Giusy Elle lavora selezionando i duo ma anche intervistandoli e recensendoli; ci parli ora delle vostre compilation e nello specifico dell’ultima? Bellissima la sua copertina rappresentante il Coronavirus. Di chi è?

Per divulgare e promuovere i duo della Community uso diversi strumenti: gli articoli monografici, le interviste, le recensioni, ma anche le compilation e di recente le playlist. Va bene parlare di musica ma bisogna innanzitutto ascoltarla! Ritengo le compilation un ottimo strumento perché con la promozione congiunta di ogni singolo partecipante si ottengono buoni risultati di visibilità.

Giusy Elle e le compilations 

Ho iniziato fin da subito con questa formula visto che la Edp compilation Vol.1 risale ben al 2013; ad oggi contiamo 6 compilation all’attivo, tutte disponibili sul nostro profilo Bandcamp. Avevo iniziato con le raccolte regionali ma dopo il Trentino, la LombarDuo compilation e la EmilyDuo compilation, mi sono arenata. Tra gestire i contatti con tutte le band partecipanti e promuovere il prodotto finale, ci vuole un’esagerazione di tempo! Mi sono fermata per 4 anni in questo compito per seguire maggiormente le presentazioni dei duo con gli articoli mentre nel 2020, grazie al periodo di sosta da lockdown, ho ripreso l’attività, sfornando ben due nuove compilation.

Quella che indichi tu qui è la NEW RELEASES 2020 Compilation, pubblicata in streaming il 5 Gennaio 2021, che raccoglie 11 estratti dalle pubblicazioni discografiche di duo del 2020. Nell’articolo correlato, invece, ho parlato di tutte le oltre trenta novità discografiche rilasciate nell’anno specifico. L’idea è di pubblicare questo servizio ogni anno, come un’istantanea dello stato di salute della categoria.

Una copertina speciale per ogni anno

La copertina dovrebbe riassumere quindi, a livello simbolico, ciò che ha caratterizzato l’anno in esame; per quanto riguarda il 2020 siamo stati purtroppo agevolati e non potevamo che scegliere un’immagine del Coronavirus. Il disegno di copertina è di Berlikete, un’artista lombardo che crea disegni simpatici e bellissimi, molto articolati, che ritroviamo anche come copertina di svariati altri album. L’originalità di questo disegno specifico è che ha sostituito i tentacoli del virus con bacchette da batterista e palette di chitarra (ride).

Dietro a questo nome d’arte si cela un musicista di duo, Marcello Bellina, il chitarrista del duo heavy rock Zolle. Come per l’aiuto di Livia con il suo programma radio, gran parte dei collaboratori Edp fanno parte della Community stessa: recensori, grafici, live reporters, social media manager -colgo l’occasione per ringraziarli tutti-

Ciò rende la Community più coesa e solidale, che è un altro degli scopi dell’Electric Duo Project: definire una realtà consapevole, attiva e conseguentemente dotata di una certa forza.

giusy elle 2

Instrumental vs Vocalist Compilation

Come è andato il tuo progetto durante la pandemia?

Durante il lockdown di primavera 2020 abbiamo purtroppo avuto tutti tanto tempo a disposizione. Dopo un primo periodo di sbando mi sono riorganizzata e coinvolto gli aderenti alla community in un’altra delle mie avventure. In questo caso, visto che ci sono tanti power duo strumentali, ho chiesto loro di rendere disponibile un proprio brano e ai cantanti di aggiungervi una traccia vocale. Hanno aderito in tanti, e con entusiasmo! Tant’è che ho aperto i confini, per l’occasione, anche ai duo basso-batteria e a qualche cantante al di fuori del mondo a due teste.

I risultati sono stati stupefacenti rendendo questa compilation una delle meglio riuscite; si intitola INSTRUMENTAL Vs VOCALIST Compilation ma è ormai conosciuta come ‘la Feat. Compilation’. Da queste collaborazioni sono nate intese ancor oggi esistenti, o comunque che hanno avuto un seguito, per esempio con la realizzazione di video a tema.

E’ stato interessante vedere come brani strumentali, quindi ben chiusi e con un senso compiuto di per sé, abbiano preso nuova vita con le varie interpretazioni vocali. Visto il successo di questa edizione, a novembre ho anche pubblicato i Cd fisici, i primi per quanto riguarda le compilation Edp.

la tutela ed il rispetto della musica e di chi la fa

Giusy cosa diresti a chi ti legge? Lascia un messaggio ai lettori

Se siete musicisti direi che è ora di aggregarsi il più possibile, collaborare e fare rete, come succede per esempio tra le varie etichette indipendenti dell’underground. Solo evitando le rivalità o i movimenti individuali si può cercare di risolvere i problemi della categoria e solo avendo un certo grado di compattezza, intenti chiari e capacità organizzative, si può avere la speranza di fare la voce grossa per rivendicare i propri diritti.

Se invece sei un lettore che la musica la ascolta, beh, ricordati che dietro ogni nota c’è gente che ci ha messo sangue e sudore, investimento di tempo e danaro e che quindi il prodotto finale va onorato per il suo valore reale, il disco che ti piace va acquistato, al concerto vacci spesso, paga il biglietto o vai di consumazioni, il sistema sta su solo con il contributo del cliente finale, è legge di mercato: se un prodotto non vende viene inevitabilmente dismesso…

Bisogna purtroppo instillare qui da noi il fatto che la musica è sì un hobby ma molto spesso è anche una professione, a prescindere che uno suoni musica classica o jazz colto, e che dietro ci sono persone che devono pagare l’affitto e col tempo mantenere pure una famiglia. In sostanza: la musica (ma l’arte in generale) può essere tra i più belli dei mestieri, se opportunamente sostenuta.

Ringrazio infine te Alessandra e www.ilcorrieredellacitta.com per lo spazio concesso, la divulgazione culturale è olio per il sistema!

 

 

Facebook: www.facebook.com/groups/electricduoproject

Sito: www.electricduoproject.blogspot.it

Bandcamp: www.electricduoprojectedp.bandcamp.com/

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Mail: electricduoproject@gmail.com

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