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‘Il bacio tra Biancaneve e il Principe non è consensuale’: quando il politicamente corretto si abbatte sui cartoni animati

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Bacio Biancaneve

Una famiglia sul divano, dei bambini attorno e alla televisione un cartone animato. Un momento come tanti, un modo per stare insieme e sognare con quei personaggi  intramontabili, che hanno appassionato grandi e piccini, intere generazioni. Sarebbe tutto bello se non fosse che proprio quei cartoni della Disney siano diventati oggetto, negli anni, di discussioni e polemiche. Montate sul “politicamente corretto”. Su quello che dovrebbe essere giusto a tutti i costi perché “è così che deve essere”, “cavalcando” l’onda della contemporaneità, di una realtà che ben si tiene lontana da quella di un cartone animato. Di una finzione, dietro la quale si nascondono sì dei significati, ma che non necessariamente devono essere stravolti, modulati, “rivisti” con l’occhio adulto, “censurati” perché scorretti e messi alla gogna. Dopo Peter Pan, Dumbo, Gli Aristogatti, banditi perché “discriminatori” nei confronti degli asiatici, dei nativi americani e degli schiavi afroamericani, ora sulla fiaba di Biancaneve e i sette nani si è alzato un polverone

Il politicamente corretto e Biancaneve e i sette nani 

Il bacio che il principe dà a Biancaneve, stesa sul letto perché avvelenata dalla mela, non è consensuale. Un messaggio che, secondo due giornaliste del SFGate che hanno recensito la giostra  Snow White’s Scary Adventure nel parco Disneyland California, è sbagliato, problematico, da censurare.  “Un bacio può essere di vero amore se solo una persona sa che sta succedendo“, così, nero su bianco le giornaliste sull’edizione digitale del “San Francisco Chronicle”. “Non siamo già tutti d’accordo che quello del consenso nei primi film della Disney è un aspetto problematico? E che insegnare ai bambini che baciare un’altra persona, se entrambe non sono d’accordo, non va bene?“.

Che prendere con la forza, costringere e mettere spalle al muro sia assolutamente da condannare su questo non c’è dubbio. Ma perché leggere, tra le righe, in una storia che ha appassionato grandi e piccoli della “non consensualità”? Perché far viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda l’insegnamento che dovrebbe essere dato ai bambini e il bacio di una fiaba? Sono tanti i piccoli nati e cresciuti con questi cartoni, ma perché ostinarsi sul politicamente corretto quando, forse, bisognerebbe insegnare ai nostri figli che quella è finzione? Che senso ha cancellare, censurare, pensare di mettere delle “toppe” qui e là, quando la storia e il passato restano? Perché al perbenismo non “sostituire” la voglia di guardare quei cartoni semplicemente con gli occhi dei bambini, che ancora sognano semplicemente un mondo migliore e non solo politicamente corretto? 

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