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Migranti, chiusura del Cara a Castelnuovo di Porto: «107 italiani senza lavoro»

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L’altra faccia della questione migranti. A parlare è un lavoratore di Castelnuovo di Porto impiegato nel Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) chiuso per effetto del cd decreto Salvini. «In questo stabile lavorano 107 dipendenti italiani che si ritroveranno all’improvviso senza un lavoro», racconta. «Ci sono anche persone ultracinquantenni e coniugi che perderanno il reddito familiare. Il reddito di cittadinanza dovrebbe essere destinato al miglioramento della vita delle persone, non a creare disoccupati dove non ce n’erano. Nel Cara c’era una situazione organizzata, tutto era sotto controllo».

«Sicuramente in questi anni ci sarà stato qualche episodio in cui qualche ospite avrà creato problemi, ma non possiamo generalizzare per uno o due episodi. Adesso queste persone finiranno per strada. C’erano ragazzi che andavano a scuola e non hanno neanche potuto salutare i compagni», aggiunge.

Chiusura Cara Castelnuovo di Porto: parla la Cooperativa Auxilium

Juri Grillotti, coordinatore della cooperativa Auxilium per il Cara di Castelnuovo di Porto, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Riguardo la situazione dei lavoratori italiani del Cara di Castelnuovo di Porto. «In questo stabile lavorano 107 dipendenti italiani che si ritroveranno senza un lavoro –ha spiegato Grillotti-. Questo stabile va avanti dal 2009 quindi, a prescindere dalla cooperativa che vince l’appalto, i lavoratori rimangono. Chiudendo questo stabile i dipendenti rimangono senza lavoro. Io ho 26 anni e cercherò di trovare un altro lavoro, ma ci sono anche persone di oltre 50 anni, ci sono anche coniugi che perderanno il reddito familiare. Il problema è la mancanza di preavviso che c’è stata. La nostra cooperativa non ha neanche la possibilità di aiutarci. Reddito di cittadinanza? Penso che il reddito di cittadinanza dovrebbe essere destinato al miglioramento della vita delle persone, non a creare disoccupati dove non ce n’erano».

Sulla reazione dell’opinione pubblica. «L’opinione pubblica è molto varia. Ci sono persone contro e a favore. Io non sento quest’astio nei confronti dei lavoratori delle cooperative. L’altro giorno abbiamo organizzato una passeggiata sociale, a cui hanno partecipato tante persone che hanno sposato la nostra causa».

Sulla situazione dei migranti nel cara. «C’era una situazione organizzata, tutto era sotto controllo. Sicuramente in questi anni ci sarà stato qualche episodio in cui qualche ospite avrà creato problemi, ma non possiamo generalizzare per uno o due episodi. Siamo arrivati anche ad avere 950 ospiti, ora prima dello sgombero ce n’erano 530. Adesso li stanno trasferendo, qualcuno è già scappato. Adesso queste persone come si ritroveranno? Fuori da qualunque percorso di accoglienza finiranno per strada. C’erano ragazzi che andavano a scuola e non hanno neanche potuto salutare i compagni».

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