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Prof. Giuseppe Orlando, il futuro è la medicina rigenerativa

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Giuseppe Orlando

Il Prof. Giuseppe Orlando, medico trapiantologo, è testimone dei passi importanti compiuti dalla medicina grazie all’attività della ricerca scientifica. In Italia la ricerca è scarsamente finanziata e la vita di persone affette da patologie difficilmente trattabili e spesso terminali è tuttora difficile ed invalidante.

Trapianti d’organo e medicina rigenerativa, un connubio importante

Da anni ormai si guarda alla medicina rigenerativa come alla svolta che permetterebbe di curare migliaia di persone. Soprattutto ne gioverebbero i pazienti che sono in lista di attesa per un trapianto renale, di cuore, di fegato o di pancreas, e che potrebbero avvalersi dei progressi nell’uso delle cellule staminali. 

Abbiamo chiesto lumi sul futuro della medicina al Professor Giuseppe Orlando, ricercatore e chirurgo romano che opera in North Carolina- Usa, e che può dirci a che punto è arrivata la ricerca per quanto riguarda la rigenerazione di organi e tessuti tramite l’utilizzo di cellule staminali.


Giuseppe Orlando, scienziato romano alla conquista degli Usa

Prof. Orlando, Lei è trapiantologo autore di svariate pubblicazioni sulla medicina rigenerativa e ricercatore.
Perché ha deciso di dedicarsi alla cura dei pazienti affetti da patologie renali e del pancreas? Qual è stato il suo percorso di medico?

Sono diventato trapiantologo per puro caso; chiesi la tesi  al Direttore della Clinica Chirurgica di Tor Vergata a Roma e me ne propose una sul trapianto di fegato. In quei tempi era un argomento avanguardistico perché chi faceva il trapianto di fegato era visto come un marziano. Era la metà degli anni 90 e mi piacque al punto che mi innamorai della trapiantologia.

Rimasi così in quel campo e sono stato sempre coinvolto nei trapianti d’organo. Ora mi occupo di rene e pancreas perché qui alla Wake Forest ci si occupa principalmente di rene e pancreas. Se ci occupassimo di tutti gli organi non ci sarebbe tempo di fare ricerca, che è la cosa più importante.

L’importanza della ricerca scientifica 

Una volta diventato chirurgo ho cominciato ad interessarmi alla medicina rigenerativa e agli organi artificiali perché iniziavo a sentirne parlare. Così sono arrivato in America, che in quel momento era ‘the place to be’. Ho vinto un grant europeo e mi sono specializzato in medicina rigenerativa.

Chi volesse specializzarsi in questo doveva necessariamente passare per la Wake Forest Institute for Regenerative Medicine, negli Usa. Ho conosciuto i trapiantologi del centro e l’Istituto aveva interesse ad avere qualcuno nella medicina rigenerativa che avesse contatti con il mondo trapiantologico, poiché entrambi i campi sono complementari. L’obiettivo più alto della medicina rigenerativa è produrre organi da trapiantare. La medicina trapiantologica e quella rigenerativa sono dunque correlate.

Rene e pancreas, due organi vitali

Ci racconti quali sono le conseguenza di un cattivo funzionamento del pancreas e dei reni e cosa succede se uno o entrambi questi organi entrano in sofferenza

Prof Giuseppe Orlando

La domanda fa riferimento alle Interconnessioni e alle reciprocità tra i due organi: il pancreas ha due funzioni, una endocrina e una esocrina. Se quella che regola il metabolismo degli zuccheri non funziona, il paziente diventa diabetico. Il diabete distrugge i tessuti del nostro corpo, inclusi i reni. Un paziente diabetico dopo diversi anni può sviluppare una insufficienza renale, per cui se ciò si verifica si deve far qualcosa per curare il diabete e l’insufficienza renale.

Cosa deve fare un paziente che si accorge di essere affetto da patologie riguardanti uno o entrambi di questi organi?

Un individuo che scopra di avere dei problemi al pancreas o renali deve mettersi nelle mani di un endocrinologo per quanto riguarda il diabete e di un nefrologo qualora sussista una patologia renale. Entrambi gli specialisti seguiranno l’evoluzione della patologia tenendola sotto controllo onde evitare gli esiti più temibili come l’entrata in dialisi e di conseguenza il considerare l’idea di un trapianto.

Obiettivo: investire nella ricerca scientifica

Lei lavora negli Usa; pensa che la medicina abbia raggiunto traguardi più avanzati di quelli del nostro Paese e perché?

No, per quanto riguarda la qualità ed il tipo di cure medico chirurgiche che un paziente può ricevere negli Usa è identica a quella che un paziente può ricevere in qualsiasi parte del mondo occidentale. La qualità delle cure in Italia in Francia in Australia è identica. Ciò che fa la differenza è la ricerca.

I fondi a disposizione per la ricerca degli Usa sono straordinari. L’America investe molto nella ricerca; si può dire che sia come una grande azienda che investe in tutto ciò che è research and development.

L’unica differenza tra gli Usa e il resto del mondo sono i fondi disponibili destinati alla ricerca e la maniera in cui si svolge la ricerca. Gli Usa sono un Eldorado. L’altra ragione per cui la ricerca è il top negli Stati Uniti è la mentalità. In America si riesce a produrre ricchezza da qualsiasi idea apparentemente poco rilevante, basta dimostrarne la validità. Al contrario in Italia o in qualsiasi altro Paese ci vorranno svariati mesi per sostenere la stessa idea, implementandola e trarne profitto.

Giuseppe Orlando e la medicina rigenerativa, il futuro

Lei si occupa di trapianti d organo e medicina rigenerativa. Ci dica di più: sarà possibile in futuro avere speranze di guarigione di patologie oggi difficili da curare?

Certamente. Il trapianto d’organo è una terapia molto invasiva. Il paradosso è che testimonia la nostra ‘incapacità’; noi interveniamo sostituendo un organo malato con uno che funziona quando appunto l’organo è stato devastato da una malattia che non siamo riusciti a controllare. La medicina rigenerativa in realtà proverà ad offrirci dei mezzi terapeutici il cui scopo è quello di impedire la progressione della malattia in maniera che l’organo non arrivi al suo stadio terminale. La medicina rigenerativa aspira quindi a ridurre la progressione della malattia e ad aiutare l’organo a rigenerarsi, a ricostruirsi dopo il danno.

L’aspetto relativo alla cura di una malattia è diverso sia dal trapiantologia che dalla medicina rigenerativa. La ricerca dovrebbe capire le cause delle patologie per guarirle indipendentemente dalle nuove tecnologie.

Cellule staminali e rene bionico: la svolta per milioni di persone

Prof. Orlando, quali sono i progressi fatti dagli anni 80 ad oggi nel campo della cura rene e pancreas?

Sono immensi, il trapianto di rene e di pancreas è diventato uno delle terapie chirurgiche più formidabili a disposizione. Sono state sviluppate molteplici terapie medico farmacologiche che permettono il rallentamento della progressione della patologia renale. Per quanto riguarda il diabete oggi sono a disposizione i cosiddetti ‘pancreas artificiali’, macchine che permettono di controllare la glicemia in maniera precisa.

Quarant’anni fa il paziente classico che veniva sottoposto a trapianto di pancreas e rene era un paziente giovane, perché non si riusciva a controllare la progressione della patologia. Oggi il candidato al trapianto del rene o pancreas è un paziente più anziano rispetto al passato, quando si trapiantavano ragazzi di venti anni.

rene bionico

La medicina rigenerativa ci sta aiutando in ambito diabetologico perché si stanno producendo tecnologie per produrre cellule staminali. Da qui a venti anni queste cellule potrebbero sostituire il pancreas e renderlo obsoleto. Nel campo renale invece c’è grande enfasi per il rene artificiale, che sostituirà, si spera, la macchina della dialisi.

Prof. Giuseppe Orlando, Lei è trapiantologo presso la Wake Forest University c/o Winston Salem in North Carolina. Le linee guida e i protocolli per la cura delle patologie renali e del pancreas sono le stesse in tutto il mondo?

Assolutamente si.

A che punto è la ricerca per risolvere le affezioni renali e del pancreas?

La medicina rigenerativa è in pieno blossoming, in pieno boom. La nefrologia sta avanzando in maniera importante.

Giuseppe Orlando

Prof. Giuseppe Orlando: il vaccino, unica via di uscita

Professore, cosa ne pensa della situazione che stiamo vivendo oggi a causa del Covid 19?
E dei vaccini?

Il Covid è un incubo, non si è mai verificata precedentemente una tale sinergia tra i ricercatori di tutto il mondo finalizzata a capire i meccanismi e come funziona il virus da infezione da Covid come l’anno scorso. Allo stesso tempo mai nella storia della medicina è stato sviluppato un vaccino così rapidamente.

Il Covid ha messo ulteriormente in evidenza la disparità tra i paesi ricchi e i paesi poveri. Basti pensare a ciò che si sta verificando in relazione alle vaccinazioni. In paesi avanzati come negli Usa, dove risiedono le grandi compagnie produttrici di vaccino la popolazione ha accesso facilmente; la situazione in India al contrario è catastrofica.

I vaccini sono la grande risorsa della medicina, the best treatment is not treatment. In medicina si vuole evitare che si sviluppi una patologia, invece che trattarla; per questo il vaccino è il cardine della medicina moderna. Chi, da medico o personale paramedico, è contro il vaccino dovrebbe essere radiato dall’albo, semplicemente perché va contro la deontologia della professione medica. Ognuno ha le proprie opinioni, certo, ma la filosofia dei no vax non ha alcun senso per me.

 

 

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