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Affrontare la terapia del dolore oltre la farmacologia

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L’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (International Association for the Study of Pain – IASP) definisce il dolore come “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno. È un’esperienza individuale e soggettiva, cui convergono componenti puramente sensoriali (nocicezione), relative al trasferimento dello stimolo doloroso dalla periferia alle strutture centrali, e componenti esperienziali e affettive, che modulano in maniera importante quanto percepito”.

Il dolore di cui soffre il paziente può essere di natura neoplastica, dunque causato da un tumore, ma anche di natura benigna, di tipo neuropatico o come cronica associazione di patologie degenerative.
Per “prendersi cura del paziente” e aiutarlo a lenire questo dolore, la terapia del dolore (o medicina del dolore) si occupa di riconoscere, diagnosticare e curare nella maniera più indicata e specifica il dolore di tipo acuto e cronico, ossia un dolore che persiste nel tempo, fortemente debilitante e danneggiante anche dal punto di vista psicologico.
Il dolore cronico, infatti, se non viene trattato tempestivamente, può generare ansia e depressione, condizionando la qualità della vita di chi ne è affetto.

La legge n. 38 del 2010 definisce la terapia del dolore come «l’insieme di interventi diagnostici e terapeutici volti a individuare e applicare alle forme morbose croniche idonee e appropriate terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative, tra loro variamente integrate, allo scopo di elaborare idonei percorsi diagnostico-terapeutici per la soppressione e il controllo del dolore». Questa legge sancisce il diritto all’accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative per tutti i cittadini.

Il trattamento del dolore viene coadiuvato da una serie di farmaci studiati in base alla natura e all’intensità del dolore che affligge il paziente.
Tra le principali classi di farmaci utilizzati nella terapia antalgica vi sono:

  • i FANS, i farmaci antinfiammatori non steroidei, utilizzati quando il dolore è lieve o moderato;
  • gli analgesici oppioidi, indicati quando lo stimolo doloroso è di grado da moderato a grave, considerati tra i farmaci più importanti nel trattamento del dolore cronico di tipo oncologico;
  • gli antidepressivi triciclici, molto utili nella terapia del dolore di tipo neuropatico;
  • i farmaci anticonvulsivanti, parecchio efficaci nella terapia del dolore neuropatico;
  • gli anestetici locali, maggiormente impiegati nella terapia del dolore cronico.

L’approccio della terapia non farmacologica

Da alcuni anni, assieme alla medicina del dolore e alle cure palliative, affrontate, appunto, con i farmaci specifici di cui si è appena accennato, è stata affiancata una terapia del dolore non farmacologica. La sofferenza fisica, infatti, rende insopportabile l’ultimo periodo di vita, danneggiando anche l’aspetto psicologico del paziente. Per questo sono necessarie delle terapie per alleviare il dolore e sollevare il paziente da un’inutile sofferenza, evitando di ricorrere ad ulteriori esami troppo invasivi, nel caso in cui rientrasse nella tipologia di malato terminale.

Le modalità sono differenti e variano in base alla tipologia di dolore cronico da trattare, e fra queste vengono impiegate la radioterapia, la crioterapia, la termoterapia, i massaggi e la fisioterapia.

Nei casi in cui il dolore sia fortemente influenzato dalla componente psicologica, che può anche peggiorarne l’intensità, può essere utile ricorrere a tecniche di rilassamento, di immaginazione e di distrazione, o anche con l’utilizzo di CBD oil o marijuana legale.

Questi interventi non farmacologici, tra cui rientra la terapia fisica e il trattamento cognitivo-comportamentale, appartengono a un piano di gestione del dolore integrato e il loro scopo è quello di gestire lo stimolo doloroso, tramite tecniche comportamentali mirate a ridurre o bloccare il dolore.

Tra i diversi metodi non farmacologici per il controllo del dolore, vi sono:

  • radioterapia;
  • elettrostimolazione nervosa per via trans-cutanea (TENS), un metodo che esercita una stimolazione elettrica controllata, al fine di modularne la trasmissione dello stimolo e alleviarne il dolore;
  • agopuntura;
  • ipnoterapia, importante nel processo di rilassamento, usata per ridurre l’effetto del turbamento emozionale sul dolore;
  • tecniche di rilassamento;
  • interventi psicologici, efficaci anche per controllare il dolore;
  • interventi fisici, ossia alcune tecniche molto semplici che prevedono la stimolazione cutanea attraverso il calore, il freddo, il massaggio, la vibrazione, la pressione, ecc.;
  • attività fisica, che può evitare la comparsa di dolori osteoarticolari.
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