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Baby social star

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Bellissima

Nel 1951 Luchino Visconti dirige la fantastica Anna Magnani nel film “bellissima”: la storia racconta l’adorazione che una madre ha per l’unica figlia di appena 8 anni, ai suoi occhi, appunto, bellissima.

Un racconto che si adatta più che mai ai tempi moderni, una madre che pur di vedere la sua creatura brillare sotto gli occhi di tutti, spende soldi e si espone in situazioni di pericolo e imbarazzo.

Ad oggi il palco d’esibizione per eccellenza è rappresentato dai social, e dalle tante foto e video che ogni giorno vengono pubblicate, a discapito dei minori che purtroppo, non sanno e non possono difendersi.

Giochi pericolosi

Lo scorso 20 Gennaio, a Palermo muore Antonella, una bambina di appena 10 anni: il suo sogno era diventare una star del web.

Cinque giorni dopo, a Bari muore in analoghe circostanze – soffocamento – un bambino di 9 anni.

In entrambi i casi la magistratura sostiene che le cause del folle gesto non siano da ricondurre al social Tik Tok, ma ad una sorta di “emulazione per sentito dire”.

Sull’onda di questi fatti, viene alla luce il nuovo fenomeno social: le piccole stelle del web.

Il caso

A rappresentare il fenomeno di baby social star ci pensa una mamma di Civitavecchia, una donna di 46 anni che fa da manager alla figlia di soli 10 anni.

Un fatto che è venuto alla luce grazie alle segnalazioni di Selvaggia Lucarelli, che ne ha denunciato l’accaduto tramite i suoi social.

La bambina è nota nel web come “Benny”: molti sono i filmati che la riprendono in scene pericolose, tra cui una diventata virale dove la si vede guidare l’auto mentre la madre la riprende col cellulare e la musica sparata a palla dalla radio: una scena con 56mila visualizzazioni.

Le parole della mamma:

Lo faccio perché lei è felice, nessun guadagno”.

La gente le scrive brutte cose perché è ignorante”.

Intervento dei servizi sociali

I video e le foto della piccola “Benny” sono resi pubblici attraverso i 40 profili social gestiti dalla madre… si, 40! La vediamo, oltre che alla guida dell’auto, anche posare in abiti succinti e ballare il Twerking, un tipo di ballo in cui scuote i fianchi su e giù velocemente sul proprio asse verticale, creando così un tremolio sulle natiche: una moderna Lolita.

Nel video “Io ti voglio con me” in cui Benny aveva otto anni, il bambino protagonista con lei del video le mette una mano sul sedere, lei gli dà uno schiaffo (dicendo: Che fai?) e lui, il bambino: “Quello che è giusto fare”.

Il tribunale dei minori, a cui sono arrivate numerose segnalazioni proprio in questi giorni, si è attivato affidando a chi di dovere le prime verifiche sulla situazione.

Tristezza

Prima di scrivere l’articolo ho spulciato alcuni dei profili della piccola e inconsapevole bambina. La mia sensazione principale, nel vedere quelle foto modificate ad esaltarne la “femminilità” e i video dove ammiccante canta storielle d’amore, è stata di profonda tristezza.

I tempi sono cambiati, è vero. Il cambiamento è movimento e progressione, anche questo è vero.

Io, come tanti della stessa generazione, a quell’età consumavo litri di inchiostro per disegnare ovunque, sognavo di avere un Puffo come amico e da grande desideravo diventare come Lamù; ora i giochi e i sogni sono diventati esibizione e gara a chi è più bello e bravo.

I bambini nascono tutti innocenti, a prescindere dal luogo geografico, dall’estrazione sociale, e dal momento storico: quello che diventeranno poi è responsabilità di noi adulti.

Proverei imbarazzo nel vedere le mie foto da piccola spiattellate ovunque in questo modo, e non sono affatto sicura che questi bambini tra vent’anni saranno felici di rivedersi in questi video.

 

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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