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Covid: ci credi o no… è stress!

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Che sia vero o falso
Il momento storico che stiamo vivendo sta mettendo a dura prova la nostra salute mentale, oltre che quella fisica ed economica.
La confusione è tanta, tra virologi che si contraddicono ed ospedali in panico, per non parlare delle misure politiche per arginare un problema che per molti pare essere inesistente, mentre per altri è spaventoso.
Il paradosso è che pur avendo opinioni differenti, e pur mettendo in atto comportamenti diversi, il risultato è che ci troviamo tutti nella stessa condizione: senso di oppressione, rabbia, allarme continuo, confusione, apatia, scoraggiamento, tachicardia, tremori, pesantezza mentale.
Che sia vero o che sia falso, questi sono i risultati evidenti del Covid.

10 mesi no stop
Avevamo appena stappato le bottiglie di champagne per festeggiare il nuovo anno, e l’inverno freddo ci vedeva in giro per le strade e per locali nella piena libertà di azione.
Poi arriva la notizia di un virus e di un paziente numero 1 che probabilmente l’ha portato dalla Cina, il caos è tanto e il 25 Febbraio arriva il primo DPCM che ci chiude nelle case. Seguirà quello del 1º, 4, 8, 11 e 22 marzo e del 1º, 10 e 26 aprile, fino ad oggi che siamo a Novembre: ben 10 mesi dopo.
La breve parentesi estiva ha dato a molti l’illusione di un capitolo ormai chiuso, e queste speranze oggi si sono tradotte in frustrazione.

Stress da covid: non il solito stress
Lo stress è una reazione fisiologica che il corpo (mente compresa) mette in atto per adattarsi a nuove situazioni, inevitabilmente sballando il nostro equilibrio.
Una condizione talmente frequente da essere spesso sottovalutata, in altri termini: ci siamo immersi e nemmeno ce ne accorgiamo.
Parliamo di situazioni individuali, che in qualche modo vanno ad influenzare le relazioni ma che restano comunque nella nostra sfera più intima.
Contrariamente allo stress per l’emergenza in atto, in questo caso tocca non solo noi come persone, ma le famiglie, il lavoro e la società tutta.
La differenza è dunque importante, lo stato di disequilibrio si allarga a macchia d’olio e la realtà diventa instabile e confusa.
In tali condizioni l’organismo produce adrenalina senza sosta, aumentando la funzionalità degli organi (come il battito cardiaco o la quantità di pensieri) in un corto circuito senza sosta.

Rabbia e paura: gemelle di stress
Cambia poco essere negazionisti o no, cambia poco assumere un atteggiamento di rabbiosa sfida o passiva rinuncia alla vita sociale: il finale per tutti è il medesimo.
I meccanismi che mettono in atto le emozioni di rabbia e di paura sono gli stessi, per entrambi il cuore aumenta i battiti, le pupille si dilatano e i muscoli si fanno tesi.
Seguire un tg e provare paura, discutere sui social contro chi ci crede: stress per entrambi.
Dunque, non sarebbe il caso di aumentare la nostra empatia a prescindere dal tipo di pensiero?
Siamo tutti sulla stessa barca, che lo vogliamo o no.

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it

Vi aspetto.

Dott.ssa Sabrina Rodogno

PsicoStress

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