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Detox psicologico: depurarsi la mente

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Stato di vulnerabilità
In alcuni momenti cadiamo in uno stato di vulnerabilità che spesso non riusciamo a gestire, capita dopo eventi difficili o all’improvviso, senza apparente motivazione.
I sintomi possono essere scambiati per stati depressivi: apatia, malinconia, umore basso, pianto, distacco dalle relazioni, chiusura in casa o attenzione solo al lavoro.
Il sentirsi soli e non compresi ci rende fragili, sensibili ad ogni altrui parola, possiamo restare feriti da chi qualche mese prima nemmeno consideravamo.
È uno stato psicologico di non facile individuazione, lo confondiamo con una giornata no, con il cambio di stagione e andiamo avanti ritrovandoci in discussioni che ci fanno arrabbiare e piangere.

Detox
È un termine inglese e vuol dire “disintossicare” il proprio organismo da sostanze con effetto tossico. In genere ci si disintossica dal cibo, dalle droghe, dall’alcool e dai farmaci, ma difficilmente eliminiamo dal corpo i pensieri e le emozioni negative.
Esiste infatti il “detox psicologico” un percorso mirato alla rimozione di elementi disturbanti che non riusciamo a metabolizzare. Seguendo il detox alimentare, applicheremo gli stessi principi anche alla mente.

Mollare
Nelle diete alimentari togliamo alcuni dei pasti nocivi aumentando l’uso di quelli benefici: tolgo i fritti, aumento le verdure.
Stesso processo per la dieta psicologica, con la differenza dei tempi che sono più lunghi e del “mollare” più che eliminare, in altre parole: ci prendiamo una pausa.
Facciamo un distinguo tra l’isolarsi e disintossicarsi: il primo presuppone la chiusura improvvisa di tutti i rapporti, la seconda invece si riferisce alla sospensione ragionata delle fonti di malessere emotivo.
Il primo passo da fare va appunto verso l’eliminazione, con la domanda: cosa mi fa stare male in questo momento?
Non è facile, e non dobbiamo metterci fretta. Togliamo piano piano con la consapevolezza di aspettare il momento giusto e poter riprendere.

Dieta psicologica
Le storie di ognuno sono diverse e non esiste una ricetta psicologica per tutti, di seguito alcuni esempi tra le più comuni fonti psicologiche tossiche:
– discussioni facili
– rimuginare su fatti che non possiamo modificare
– tentativi continui di chiarimento con persone che non vogliono
– relazioni che prendono e non danno
– battibecchi e frecciatine sui social (disinstallare le applicazioni social sarebbe il massimo)
– fingere di essere altro
Questi passaggi danno la possibilità alla nostra mente di fare pulizia, eliminando rumori e fare chiarezza su certi eventi e su noi stessi.

Pro e contro
Durante un percorso detox insieme alle tossine possiamo perdere anche qualche kilo. Nello specifico è utile sapere da prima che c’è la reale possibilità di rompere delle relazioni, non tutti sono in grado di starci accanto quando non siamo disponibili come prima.
Se sentiamo la paura della perdita prevalere è bene non iniziare un percorso simile.
La parte importante è quando arriviamo alla fine della disintossicazione e troviamo ad aspettarci qualcuno, con la piacevole consapevolezza di andare incontro ad un rapporto profondo e reale.

Il percorso può essere lungo e difficile, come detto; non è per tutti né per tutte le stagioni. Occorre coraggio, anche per prendersi il tempo giusto. Porta dei benefici a lungo termine e ci sono circostanze in cui è necessario farlo per il bene proprio e di chi ci è accanto. A volte mollare può essere una dimostrazione di forza e di amore verso sé stessi.

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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