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Non sei forte… sei rigido!

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L’apparenza che inganna
Uno degli errori che facciamo più spesso è quello di scambiare una rigidità caratteriale per forza e determinazione: nulla di più falso!
Esistono delle similitudini che ci confondono, ma è pur vero che ci sono elementi distintivi che ci aiutano a capire chi abbiamo di fronte; purtroppo nella fretta quotidiana non abbiamo tempo a sufficienza per fare analisi e allora crediamo che essere forti significhi:
– non cambiare idea
– parlare con voce alta e decisa
– avere una postura dritta e sguardo fisso
– chiudere rapporti di ogni tipo
– mettere gli altri di fronte ad una scelta
– voler essere i migliori
– non mostrare emozioni

Cos’è veramente la rigidità?
Proviamo ad immaginare una linea retta su cui si muove una pallina, la rigidità è quando quella pallina nonostante i cambiamenti e le inclinazioni, resta incollata allo stesso punto. In termini semplici, la pallina siamo noi e la linea è la realtà che viviamo.
La domanda che ci dobbiamo porre è: può la nostra vita restare sempre in linea dritta? Come possono gli eventi non inclinarla, ondularla, curvarla? E possiamo noi restare incollati fissi sullo stesso punto, nonostante i cambiamenti?
In teoria sembra veramente faticoso, eppure le personalità rigide non fanno fatica a restare immobili di fronte a qualsiasi modifica della realtà, anzi, si sentono al sicuro nelle loro convinzioni.

Perché si è rigidi?
La “pallina” dell’esempio riportato si blocca durante il periodo infanzia/adolescenza, come meccanismo di difesa in seguito ad eventi che hanno destabilizzato chi ne è vittima.
Un ambiente familiare iper-controllante, allarmante, con continui giudizi e squalifiche, il dover sempre dimostrare qualcosa per sentirsi apprezzato, assenza di contatti emotivi, assenza di abbracci e coccole.
Crescere in un contesto simile provoca una chiusura delle emozioni, i pensieri diventano fissi, il mondo deve essere così come la persona lo vuole perché altrimenti esce fuori la paura di non farcela: la fragilità.

La forza
Essere prigionieri delle proprie convinzioni e andare contro tutti non fa bene alla nostra salute, oltre che non fare bene alle relazioni in generale.
La forza sta nello staccare quella pallina e farla muovere seguendo il ritmo del movimento, perché la vita è movimento continuo ed è normale adeguarsi.
Cambiare idea non è sinonimo di fragilità, tutt’altro! Avere la capacità di vedere da prospettive diverse, valutare, rivalutare, riflettere e invertire la rotta, equivale ad avere una mente aperta e pronta a nuove soluzioni. Si tratta di comportamento tanto più funzionale in situazioni critiche e impreviste, in cui l’istinto ci porterebbe a rimanere fermi ancora, senza considerare il fatto che la soluzione migliore potrebbe essere un’altra.

In conclusione da una maggiore plasticità abbiamo solo da guadagnarci: in termini di possibilità che concediamo a noi stessi, in termini di relazioni con gli altri, in termini di benessere in generale.

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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