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Roma, caos vaccini: tra medici ancora senza e quelli che rifiutano AstraZeneca: «Bassa protezione, vogliamo Pfizer o Moderna»

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allame asl

All’inizio erano stati i tagli alle dosi spettanti all’Italia, quindi i ritardi, e ora si scopre che sul fronte vaccini anti covid a Roma e nel Lazio la situazione non è proprio rosea.

Tra i medici infatti protesta chi ancora non lo ha ricevuto ma insorge anche chi è stato convocato per la somministrazione del vaccino AstraZeneca che non sarebbe particolarmente indicato per il personale sanitario. Insomma, un vero e proprio caos.

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«Purtroppo nelle scorse settimane, in Italia, sono state vaccinate troppe persone che in quel momento non ne avevano diritto e di questo ne stanno pagando le conseguenze i medici che sono tutt’ora senza vaccino. In particolare nel Lazio, ci sono circa 14mila medici liberi professionisti ancora in attesa di essere vaccinati che dovevano essere vaccinati. Dunque i vaccini somministrati ai non sanitari avrebbero ‘coperto’ tutti i sanitari che ne avevano prima diritto». A parlare è il Presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, in merito alla sospensione da parte della Regione Lazio, a partire dal 14 febbraio, della piattaforma per le adesioni alla vaccinazione anti SARS-CoV-2 riservata ai medici liberi professionisti.

«Ritengo che la Regione abbia bloccato le prenotazioni per motivi organizzativi, in primis per la mancanza dei vaccini in genere, quindi anche per i medici – prosegue Magi- ma ora e’ necessario garantire le prime dosi e quelle di richiamo. Non imputiamo nulla alla Regione che si e’ resa disponibile, ma alle Asl e ai centri vaccinali che hanno deciso di somministrare I vaccini a persone che ne avrebbero avuto diritto dopo».

D’altronde – ricorda Magi i vaccini “come indicato sul piano vaccinale regionale, e ancor prima su quello nazionale, dovevano essere somministrati prioritariamente agli operatori sanitari e sociosanitari insieme al personale e agli ospiti delle Rsa e successivamente agli altri, a cominciare dagli over 80. Prima di partire con la vaccinazione alle altre categorie si sarebbe dovuta concludere quella dei sanitari. Perche’ la verita’, ora, e’ che sono finiti i vaccini per i medici e gli operatori sanitari che ogni giorno rischiano di contrarre l’infezione”.

«Quindi cio’ che piu’ fa rabbia ai colleghi – prosegue il presidente dell’Omceo Roma –  e’ che il numero delle dosi di vaccino per loro sarebbe stato sufficiente, anzi: il numero dei vaccinati ‘non sanitari’ e’ stato persino superiore a quello dei medici che avrebbero dovuto essere vaccinati”.

Questa mattina, intanto, sono partite le somministrazioni del vaccino nel Centro vaccini realizzato dalla Regione Lazio nel parcheggio lunga sosta dell’aeroporto di Fiumicino, in collaborazione con Aeroporti di Roma e Croce Rossa italiana. Nella prima giornata saranno somministrate 500 dosi destinate agli operatori sanitari di eta’ compresa tra 18 e 55 anni.

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“Molti colleghi stanno protestando–  commenta ancora Magi- perche’, essendo sanitari, avrebbero preferito avere una piu’ ampia copertura e ricevere il vaccino Pfizer piuttosto che quello di AstraZeneca. E invece Pfizer e’ andato ai non sanitari“.

A protestare è ad esempio una parte dei medici liberi professionisti riuniti in un gruppo su Facebook, “Medici ed Odontoiatri liberi professionisti per vaccinazione Covid 19” che vanta oltre 3.000 iscritti. In queste ore il dibattito è molto acceso:

«Molti colleghi prevalentemente under 55 anni vengono convocati per il vaccino AstraZeneca – spiega all’Adnkronos Salute Paolo Mezzana, portavoce della pagina Facebook – ma facciamo presente che dalle raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico e nella circolare ministeriale sul vaccino AstraZeneca si evince che tra le categorie per le quali è raccomandato ovviamente non c’è il personale sanitario che è intrinsecamente a rischio più alto. In questo modo – si continua a creare una discriminazione tra medici del pubblico e medici del privato, pur avendo tutti lo stesso livello di rischio e un ruolo importante nella tutela della salute della popolazione».

Ma i vaccini non vanno tutti bene?

«Assolutamente sì – risponde nuovamente Magi- un vaccino e’ sempre un vaccino e colgo l’occasione per ricordare che l’obiettivo finale e’ cercare di dare una copertura vaccinale a più persone possibili e nel minor tempo possibile, indipendentemente dal vaccino. Dobbiamo però prendere atto dei vaccini che i decisori ci mettono a disposizione, Non possiamo fare altrimenti», conclude Magi all’Agenzia Dire. 

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