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CAMPIONI!!! VITTORIO OI ED EMANUELE DELLA ROSA SULLA VETTA D’EUROPA

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Tre su tre. I “nostri” hanno vinto, senza lasciare scampo agli avversari e diventando i nuovi campioni europei. Si è conclusa questa notte la rassegna sportiva organizzata dall’OPI 2000, SI con il patrocinio del Comune di Pomezia,  presso lo Stadio Comunale e, come spesso accade in questi grandi appuntamenti, i verdetti emersi sono davvero pesanti. Tre erano gli incontri in programma: un match internazionale, l’azzurro Blandamura opposto all’ungherese Ramocsa, e due sfide valide per un titolo, nell’ordine Emanuele Della Rosa contro Daniel Urbanski titolo WBC pesi SuperWelter e Vittorio OI contro Piispanen per la cintura dei pesi Superleggeri. Quali sono dunque questi verdetti pesanti? Semplice delle tre sfide citate nemmeno una è andata agli avversari, restando per così dire, in “patria”. Ovviamente i risultati che pesano di più sono quelli di Della Rosa, detto “Ruspa”, e del nostro concittadino Oi: il primo perché si trovava alla prima difesa del titolo dopo la conquista del 17 Dicembre scorso ed il secondo perché il titolo al contrario se lo è andato a prendere, strappandolo all’avversario. Ma è meglio mettere ordine, per rivivere al meglio tutte le emozioni di questa intensa serata.

Il Match d’apertura: Blandamura l’ “imbattuto” – Non aveva ancora perso un incontro e data la cornice offerta dal pubblico di Pomezia non era il caso di iniziare proprio oggi. L’incontro, disputato sulla distanza delle sei riprese , non ha quasi mai avuto storia, con l’italiano bravo a capire e a sfruttare sin da subito le debolezze dell’avversario; netta anche la differenza di  condizione fisica tra gli atleti, manifestatasi soprattutto nella quarta ripresa. Alla fine il match, tramite l’assegnazione dei punti al termine dei round previsti, è andato al nostro Blandamura “Sioux” che porta così a 15 le vittorie in carriera, lasciando ancora una volta a zero la casella delle  sconfitte.

La manifestazione è poi proseguita con l’altro incontro in scaletta, l’ultimo prima del Main Event, valido per il titolo WBC Superleggeri; il detentore, l’azzurro Della Rosa era alla prima difesa ufficiale della cintura e, per molti, questa è la sfida più difficile. In fin dei conti quando vai a combattere per conquistare la cintura non hai nulla da perdere, ma quando poi quella cintura diventa tua, allora sì che le cose cambiano completamente.

Una sfida da brividi – Sul ring sono saliti due atleti con la voglia di vincere, di annientare sportivamente l’avversario, di lottare fino all’ultimo sangue. E così è stato. Della Rosa (nella foto ndr) e Urbanski (Polonia) ci hanno regalato un match vibrante e carico di adrenalina; alla fine ha vinto il più completo dei due, la nostra “Ruspa” che, al contrario dello sfidante, ha saputo aggiungere alla forza fisica anche una grande abilità strategica.

Al primo parziale avanti l’italiano – Il regolamento, per questa categoria, prevede ogni 4 riprese la rivelazione dei cartellini provvisori redatti dagli arbitri e, dopo questo primo scorcio di match, erano già 4 i punti di vantaggio nei confronti dell’atleta. Punti conquistati soprattutto nella prima parte poiché nel finale l’azzurro ha un po’ subito il ritorno prepotente dell’avversario, deciso a tutto pur di ristabilire la parità. Qui merita un cenno particolare la strategia adottata dal pretendente al titolo: in sostanza la linea guida è stata quella di far sfogare l’avversario, incassando decine e decine di colpi nel tentativo di fargli abbassare la guardia, quindi colpirlo di conseguenza. Ovviamente tale tattica, visto l’esito, non ha funzionato fino in fondo e forse è stato questo il principale limite del polacco.

La svolta, Urbanski cade a terra sfinito – Al termine di altre sei emozionanti riprese, gestite in maniera più o meno efficace dall’italiano, al 10° round la svolta: sotto la scarica dei montanti della “Ruspa” il polacco cade a terra, sfinito. Il pubblico impazzisce letteralmente. Tuttavia, quello che sembrava un chiaro segnale di resa, si trasforma per l’azzurro in una pericolosa arma a doppio taglio: sulle ali dell’entusiasmo Della Rosa perde un po’ di lucidità scoprendo, nella foga dei suoi attacchi di sola potenza, il fianco all’avversario davvero abile, nonostante le ferite, ad approfittarne. Inutile dire che la parola fine è stata ancora una volta posta dal punteggio, ma non sarebbe potuto essere altrimenti con due atleti di questa caratura. I parziali forniti dai tre arbitri – 120-106, 119-107, 119-107 – non lasciano dubbi e riflettono al meglio un incontro sì equilibrato, ma nel complesso gestito meglio dall’Italiano. Un ultimo cenno lo merita comunque Urbanski se  non altro per la sua grande voglia di non mollare mai: ha lottato con tutte le energie fino all’ultimo istante nonostante le vistose ferite, ed ha davvero venduta cara la pelle. E’ senz’altro lui il vincitore morale della manifestazione.

Insomma fino a qui la serata non poteva che considerarsi perfetta ma, come vuole il proverbio, non c’è due senza tre. E che “tre” aggiungiamo noi. Forse neanche nelle più rosee previsioni si sarebbe potuto azzardare un risultato simile e, la vittoria di Oi, sia per il suo valore assoluto, sia per come si è realizzata, ha dato un tocco davvero speciale alla grande festa di Pomezia.

Il Finlandese arrogante e quel pugno maledetto – La strada verso il titolo per il nostro campione aveva un nome: Ville Piispanen. Uno che non ha avuto paura, di fronte a centinaia di tifosi avversi, di mantenere l’arroganza stampata in volto, come di uno che sa che tanto alla fine vincerà lui. Pronti via, il gong non fa neanche in tempo a suonare che il finlandese assesta un diretto micidiale in pieno volto al nostro Oi, provocandogli una vistosa ferita all’occhio destro, dimezzandogli praticamente il campo visivo. Ed in effetti l’inerzia dell’incontro passa subito dalla parta del detentore del titolo, abile a sfruttare la situazione portandosi così a casa la prima ripresa. Ma l’arroganza, tanto per riprendere il tema, a volte gioca brutti scherzi e, come in questo caso, può costare molto cara.

I richiami, la sospensione del match ed il verdetto finale – Forte della sua superiorità, Piispanene tira troppo la corda eccedendo in comportamenti scorretti, fra i quali l’assestamento di ben due testate in pieno volto all’avversario. Colpi che tuttavia non restano impuniti, con l’arbitro rigoroso nell’applicare il regolamento. E così l’incontro, decisamente più statico rispetto ai precedenti, si sposta sul nervosismo alimentato anche dal numeroso pubblico presente; passano i round e svanisce pian piano la sicurezza del finlandese costretto ora a fare i conti con un Oi davvero inarrestabile. Poi alla 7° ripresa la svolta: l’arbitro sospende il match. Troppo gravi le ferite presenti sul volto dell’italiano per permettergli di proseguire la sfida. Per stabilire il vincitore non resta che rifarsi ai punteggi accumulati fino a quel momento. Non sappiamo effettivamente chi ci credesse o meno nella vittoria, perché obiettivamente il finlandese forse aveva fatto qualcosa in più; tuttavia ,a pesare come macigni nelle valutazioni finali, sono state proprio le due scorrettezze commesse a fargli perdere incontro e titolo. Per Pomezia invece tutt’altra storia. Alle parole dello speaker “il nuovo Campione…” è esplosa la festa: canti, urla, coriandoli ma soprattutto tanti abbracci, per quello che è davvero un risultato storico per la nostra città. Vittorio Oi sul tetto d’Europa.  Queste le sue uniche dichiarazioni:

Dite la verità, non ci credevate eh? Dopo il primo round nessuno avrebbe scommesso su di me ed invece eccomi qua. All’avversario posso dire solo una cosa: sì l’occhio fa male, ma fra una ventina di giorni passerà mentre la cintura resterà qui con me

Si conclude così una delle più belle pagine sportive della nostra città e la speranza è quella di tornare presto a raccontarvene molte altre.

Luca Mugnaioli

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