Una svolta improvvisa alle indagini per la strage della Funivia Stresa-Mottarone. Tre persone sono state fermate: si tratta Luigi Nerini, proprietario della società ‘Ferrovie del Mottarone’ che gestisce l’impianto, un ingegnere, il direttore del servizio, e il capo operativo del servizio. Le accuse sono a loro carico e a vario titolo sono gravissime. Si parla di “omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime”.
Secondo la Procura i tre fermati erano a conoscenza e consapevoli da settimane del guasto al sistema frenante di sicurezza. Su questo non sembra avere dubbi il Procuratore Capo di Verbania Olimpia Bossi. Stando a quanto ricostruito già dalle prime rilevazioni il sistema frenante era apparso manomesso. Era stato utilizzato un dispositivo, un cosiddetto forchettone, per disabilitare i freni di emergenza. E non si sarebbe trattato di una dimenticanza bensì una scelta per evitare continui blocchi e disservizi sulla Funivia. Per questo quando il cavo si è spezzato il freno di emergenza non si è attivato.
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Strage Funivia Stresa Mottarone, 14 le vittime
Intanto è salito intanto purtroppo a 14 il numero delle vittime della tragedia di Stresa. E’ infatti deceduto all’ospedale Regina Margherita di Torino, uno dei due bambini che si erano in un primo momento salvati. Il bimbo di 9 anni era in condizioni critiche, intubato aveva riportato un brutto trauma cranico e toracico, oltre a fratture agli arti.
E mentre la Procura di Verbania ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha istituito una Commissione Ispettiva con il compito di “individuare le cause tecniche e organizzative” che hanno provocato il gravissimo incidente della funivia di Stresa.