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Vaccino contro il Coronavirus, da Pomezia: ‘Dai primi di luglio saremo pronti per i test sull’uomo’

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Si sta lavorando senza sosta, nei laboratori di Pomezia dell’IRBM in via Pontina, per creare un vaccino contro il Covid-19

La Advent, il comparto della IRBM di Pomezia che si occupa di vaccini, e lo Jenner Institute dell’Università di Oxford stanno studiando e stanno cercando di realizzare proprio un vaccino per fermare la diffusione del Covid-19. 

Per quanto ci riguarda noi siamo già pronti e stiamo già producendo: stiamo facendo la ‘purificazione’ e tra due o tre giorni e andremo in produzione effettiva. Nel giro di un mese avremo già le prime dosi, quindi ad aprile. Avremo le 1000 dosi da testare sui topi entro fine maggio. Giugno sarà il mese utilizzato per i test sugli animali, quindi già dai primi di luglio noi saremo pronti per i test sull’uomo. Normalmente questi in fase clinica 1, 2, 3 possono prendere due o tre anni, ma in una situazione di emergenza questi tempi possono essere molto ristretti dalle autorità regolatorie sia nazionali che internazionali’ha dichiarato alla nostra redazione durante un’intervista il dott. Piero Di Lorenzo, Amministratore Delegato e Presidente dell’IRBM. 

Attualmente a lavoro per mettere a punto il vaccino ci sono una ventina di persone: “Nel nostro laboratorio specifico GMP, sofisticato e particolarmente protetto, dove serve un’ora per entrare e un’ora per uscire, ci sono una ventina di persone. Sull’operazione vaccino e sule operazioni di ricerca biologica e chimica connesse molte di più”. 

E alla domanda: Quali sono le vostre aspettative rispetto a questo vaccino?, il dott. Piero Di Lorenzo si è detto moderatamente ottimista: “Siamo moderatamente ottimisti, perché il nostro partner, che è lo Jenner Institute dell’Università di Oxford, ha una competenza nel settore degli adenovirus ormai più che testata. Loro hanno tirato fuori il vaccino anti MERS (Sindrome respiratoria medio-orientale) che ora è in un test sull’uomo in Arabia Saudita, conoscono l’adenovirus dai tempi della SARS, quindi hanno una competenza particolarmente importante in questo settore. Noi abbiamo un’expertise altrettanto importante nel campo dell’adenovirus per quanto riguarda il vettore, che deve prendere la proteina Spike, che sarebbe Corona del COVID-19, in genere la Corona dei Coronavirus, che prendono il nome proprio da questa conformazione. La Corona è costituita dalla proteina Spike, che crea il contagio. Quando a dicembre i cinesi hanno isolato e sequenziato il virus, ad Oxford hanno sintetizzato subito il gene della Spike. Questo gene, opportunamente depotenziato, deve essere inoculato nell’organismo umano attraverso un vettore, che è l’adenovirus. Su questo noi abbiamo una competenza specifica molto importante già testata, utilizzata per il vaccino anti-ebola 5 anni fa. Per cui unendo questi due expertise, il nostro e quello della Oxford University, sia per quanto riguarda il virus che per quanto riguarda lo shuttle, ovvero lo strumento che deve portare nell’organismo questo veicolo opportunamente depotenziato per causare la nascita degli anticorpi, noi siamo ottimisti che la cosa vada a buon fine”.

Leggi qui l’intervista completa all’AD dell’IRBM Piero Di Lorenzo

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