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Vaccini nel Lazio, ritardi per i libero professionisti della Sanità. Da Pomezia: «Noi fisioterapisti non contattati da nessuno»

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Vaiolo delle scimmie primo caso a cuba è un turista italiano

Ritardi nella somministrazione del vaccino al personale medico libero professionista nel Lazio. Sono tanti i medici che lanciano l’allarme in quanto, nonostante le segnalazioni a tutti gli enti coinvolti, dall’albo di riferimento alla propria ASL, ancora non sono stati contattati per ricevere il vaccino anti Covid.

Un problema non di poco conto dato che, come gli omologhi del settore pubblico, anche loro sono in prima linea. Non solo: i medici e gli operatori sanitari protestano perché le vaccinazioni nel Lazio sono andate avanti – e questo è un bene chiaramente – estendendosi ad altri settori (come il personale scolastico ad esempio) ma lasciando indietro loro. E questo con potenziali rischi sia per i pazienti che per gli stessi operatori sanitari.

Campagna vaccinale, Ordine di Roma sollecita Regione Lazio: «Coinvolte altre categorie ma libero professionisti della sanità ancora esclusi»

A sottolineare i ritardi è stato ad esempio l’ordine di Roma che racchiude al suo interno numerose professioni tecniche e sanitarie.

L’Ordine TSRM e PSTRP di Roma e provincia, con una lettera indirizzata alla Regione Lazio e ai Direttori generali delle Asl del territorio, ha sollecitato infatti la vaccinazione dei libero professionisti della sanità che, allo stato attuale, non procede con la velocitò sperata.

«Con la presente – si legge nella nota – sottoponiamo alla Vostra attenzione la gravissima situazione che si è venuta a creare riguardo alla necessità di effettuare la vaccinazione anti Sars Cov2, come indicato dal piano vaccinale, per gli operatori sanitari operanti in regime libero professionale. Ad oggi il piano vaccinale sta proseguendo con il coinvolgimento di altre categorie come gli ultra-ottantenni, i docenti e le forze dell’ordine, ma purtroppo quella dei “professionisti sanitari” che svolgono attività libero professionale, non risultano ancora inclusi».

Tra le professioni che sono a maggior rischio contagio Covid ci sono gli Igienisti dentali che «si trovano quotidianamente in una condizione di rischio elevato e sicuramente superiore rispetto ad altre categorie professionali a causa del setting operativo che ci costringe a lavorare ad una distanza ravvicinata di circa 30-40 cm con il paziente a bocca aperta senza alcuna sua protezione nei nostri confronti, inoltre tutto ciò avviene in ambienti chiusi ed in maniera ripetuta, ritrovandoci a trattare nel corso della giornata numerosi pazienti tutti potenzialmente positivi al Covid 19».

Gli Igienisti sono stati tra i promotori del sollecito: «Nonostante il nostro Ordine TSRM PSTRP di Roma e provincia, si sia attivato tempestivamente per raccogliere le adesioni e comunicarle immediatamente alla Regione, ci troviamo ad oggi con estremo e pericoloso ritardo, ancora in attesa di ricevere indicazioni su come procedere per poter dare una risposta concreta ai nostri colleghi», sottolinea la Commissione d’Albo degli Igienisti dentali.

«Noi trattati diversamente dai medici del settore pubblico, fatto gravissimo»

Prosegue la nota: «Il differente trattamento rispetto agli stessi professionisti operanti nel Servizio Sanitario Nazionale è stato gravissimo sin dal principio ma lo è ancor di più oggi che dopo aver aspettato pazientemente ed inutilmente il nostro turno, siamo ancora in attesa di un canale dedicato per poter effettuare la nostra vaccinazione», aggiunge la nota che conclude: «Alla luce di quest’ultimo dato, nasce l’esigenza di promuovere il più presto possibile, un iter per una vaccinazione di massa della nostra categoria professionale poiché maggiormente esposta al rischio di contagio. Non possiamo più attendere, abbiamo la necessità di proteggerci per proteggere» aggiungono gli Igienisti dentali.

L’appello da Pomezia e Ardea: «Continui rimpalli, inaccettabile essere lasciati indietro»

Come detto il problema riguarda trasversalmente quasi tutte le professioni mediche del settore privato. Nella Asl Roma 6 ad esempio sono i fisioterapisti, che comunque lavorano a stretto contatto con i pazienti peraltro per diverso tempo, che ancora non sono stati chiamati per il vaccino. 

«E’ passato ormai un mese da quando abbiamo compilato un form interno del nostro Albo per dare la nostra disponibilità alla campagna vaccinale», ci racconta una professionista che opera a Pomezia. «Ad oggi però non abbiamo ancora nessuna certezza. La cosa più sconfortante sono i continui rimpalli di responsabilità tra Asl, Regione, Ospedali e Albo che stiamo chiamando praticamente ogni giorno. Per quanto sia doveroso vaccinare altre categorie di popolazione, ci mancherebbe altro, è inaccettabile lasciare indietro noi che siamo i soggetti più esposti al contagio», conclude.

Risponde la Regione Lazio: «Primi iscritti già convocati, vaccinazioni entro i primi di aprile»

Ieri però, dopo giorni di continue segnalazioni, sembrerebbero essere arrivate buone notizie per i libero professionisti e i professionisti impiegati nel settore privato coinvolti nella campagna vaccinale anti Covid-19. Da prendere con le dovute cautele si intende considerando quanto disatteso fin qui. 

La Regione Lazio ha fatto sapere infatti all’Ordine TSRM e PSTRP di Roma e provincia che “i primi iscritti sono già stati convocati per la prima dose di vaccino”. 

Salvo ritardi, si legge in una nota, “la prima somministrazione sarà effettuata a tutti coloro che hanno aderito al modulo di adesione entro i primi giorni di aprile 2021. Ricordiamo che il form resta aperto ancora per dieci giorni e dunque c’è ancora tempo per iscriversi. Comprendiamo l’esigenza di tanti iscritti che desiderano lavorare nella massima sicurezza propria e dei pazienti/utenti con cui si interfacciano quotidianamente. Per questo l’Ordine di Roma è in costante contatto con le autorità regionali affinchè le somministrazioni procedano nel modo più spedito possibile e vigilerà affinchè tutti i professionisti afferenti alle 19 professionisti rappresentate dall’Ordine abbiamo al più presto il vaccino contro il Covid-19″.

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