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A 13 anni incinta. Madre e fidanzato sul banco degli imputati

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Presso il tribunale di Mantova si sta svolgendo il processo a carico della madre e del fidanzato di una 13enne che rimase incinta.

Nessuna sentenza ci dividerà mai“. Così il fidanzato, oggi 21enne, di una ragazza che, all’epoca dei fatti, aveva solo 13 anni. Lei oggi si definisce “mamma felice e compagna innamorata“. Martedì scorso, presso il Tribunale di Mantova, è andata in scena l’udienza preliminare che vede sul banco degli imputati il fidanzato della minorenne e la madre 50enne. Sono entrambi accusati di “violenza sessuale ai danni di minore infraquattordicenne“. Inizialmente, quando si scoprì la maternità della giovane, le contestazioni del Pubblico Ministero si erano imperniate unicamente sul fidanzato maggiorenne, accusato di aver compiuto “atti sessuali consistiti in plurimi rapporti sessuali completi con la minore infraquattordicenne“.

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I fatti

Secondo il Pm Fabrizio Celenza i primi incontri sessuali dell’allora 13enne si sarebbero svolti presso la residenza della sorella di lei, situata al confine tra Lombardia e Veneto. In quei giorni, a casa della sorella maggiore, era temporaneamente ospite anche la loro madre. Per la donna la Procura di Mantova, non senza sorpresa da parte dei suoi legali, ha deciso di chiedere il rinvio a giudizio accusandola degli stessi reati del fidanzato della figlia minore. In particolare i magistrati le contestano di avere “quale madre della persona offesa istigato la minore infraquattordicenne ad accondiscendere alle richieste” del fidanzato co-imputato “di congiungersi carnalmente con lei“. L’allora 13enne rimase incinta e ora che ha 15 anni si definisce “mamma felice e innamorata“. La coppia ha sottolineato che: “Abbiamo una bimba che è il frutto del nostro amore, siamo una famiglia“.

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Le contestazioni dell’accusa

In buona sostanza, secondo l’accusa, la madre della 13enne avrebbe incoraggiato la figlia a fare sesso con il suo fidanzatino. Una condotta che configurerebbe un reato in quanto la giovane all’epoca era minore di anni 14. Quindi si tratterebbe di una fattispecie che rientra nelle ipotesi del reato di violenza sessuale. Sua figlia all’epoca frequentava le scuole medie e furono proprio gli insegnanti a segnalare il caso presso i servizi sociali quando si accorsero della gravidanza. La 13enne fu quindi ascoltata dai carabinieri e, nonostante avesse riferito che non si era consumata alcuna violenza, nei confronti del ragazzo fu aperto un procedimento d’ufficio. Per la madre ora ci sarà il rinvio a giudizio, mentre il fidanzato verrà processato col rito abbreviato. Ma i due dicono: “Nessuna sentenza ci separerà mai“.

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