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Allerta terapie intensive nel Lazio, preoccupano le varianti: si abbassa l’età dei pazienti in ospedale

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E se oggi molte Regioni hanno cambiato (nuovamente) “colore” con misure ancora più stringenti da rispettare, il Lazio – dopo il monitoraggio degli esperti di venerdì scorso – è stato confermato in zona gialla. L’Rt si è attestato a 0.98, a un passo dall’1 (numero che farebbe scattare la zona arancione), ma nonostante la fascia gialla l’allerta è massima. Non è arrivato ancora il momento di abbassare la guardia, soprattutto perché nel nostro Paese (ma anche nel Lazio) stanno circolando sempre di più le varianti, da quella inglese a quella brasiliana. 

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Variante brasiliana nel Lazio 

Non solo la variante inglese. Nel Lazio – così come in altre Regioni del Centro Italia – sta circolando quella brasiliana. “Stimiamo una prevalenza della variante brasiliana del 4.3%, non in tutto il Paese, ma solo in alcune Regioni. Tra queste: Umbria, Lazio, Toscana e Marche. Questi dati ci servono per capire dove poter intervenire in maniera più specifica. Il dato è preoccupante perché le varianti sono nuove e devono essere stimate sia rispetto all’aumento della trasmissibilità, sia rispetto alla potenzialità di non garantire la stessa copertura immunitaria. Ma ci sono studi che stanno emergendo” – ha spiegato Silvio Brusaferro durante una conferenza stampa della settimana scorsa. 

Coronavirus nel Lazio: il punto della situazione 

Stando ai dati riportati ieri, nel Lazio su oltre 30.000 test (tra tamponi e antigenici) si sono registrati 1.399 nuovi positivi, con una diminuzione dei casi e delle terapie intensive. In aumento, invece, i ricoveri. A preoccupare i medici è che nel Lazio sono sempre più i 40enni ad ammalarsi, pazienti che hanno bisogno di essere ricoverati in ospedale. Un altro dato allarmante, come spiega il Messaggero, è che sta scendendo l’età media delle persone in terapia intensiva: il 70% nei centri di rianimazione ha tra i 45 e i 60 anni. Ci si ammala di più, ma purtroppo negli ultimi giorni si sono registrati anche i decessi di pazienti molto giovani. A Minturno (in provincia di Latina) non ce l’ha fatta un 31enne, mentre il quartiere Bufalotta di Roma piange la scomparsa di Stefano Limongi, un ristoratore di 34 anni

Massimo Antonelli, primario della Uoc di Terapia intensiva del Gemelli, sulle pagine del quotidiano romano ha spiegato che da quando sono iniziate le vaccinazioni in ospedale ci sono tanti pazienti tra i 45 e i 60 anni, molti con insufficienza respiratoria. Va anche però specificato che nel Lazio le terapie intensive occupate sono 240 e ci sono ancora più di due terzi dei posti disponibili. Stando ai dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali aggiornati al 7 marzo, nel Lazio la percentuale dei posti letto di terapia intensiva occupata da pazienti Covid è sotto la soglia di rischio 29%, con un incremento dell’1%(soglia rischio 30%). Lo stesso per i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia attestata al 33% con un incremento dell’1% contro la soglia di rischio del 40%.

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