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Borgo Pratica di Mare, diffidato il Comune di Pomezia

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Prosegue quella che ormai sembra una “telenovela”, ovvero la storia che vede da una parte chi vorrebbe tornare a usufruire delle strade dell’antico Borgo di Pratica di Mare e dall’altra tutti gli altri, a partire dalla famiglia Borghese, proprietaria del castello e degli immobili. Stavolta la querelle vede protagonisti l’Associazione Latium Vetus, che da sempre è in prima linea per l’abbattimento di qualsiasi tipo di ostacolo al passaggio dei cittadini, e il Comune di Pomezia. Ma ecco i dettagli, spiegati dal portavoce dell’associazione Giacomo Castro.

“Lo scorso 27 ottobre, ovvero una settimana fa, l’Associazione Latium Vetus ha inoltrato una diffida al Comune di Pomezia e sarebbe inoltre in procinto di rivolgersi alla magistratura. Come noto a tutti, infatti, le strade di Pratica di Mare sono ancora inaccessibili alla cittadinanza. Nonostante la scadenza dello scorso 16 ottobre 2020, imposta dal dirigente all’urbanistica alla società Nova Lavinium, va constato, ancora una volta, che la cittadinanza si trova a dover subire lo spoglio di fatto delle aree stradali site all’interno del Borgo, ad eccezione di una parte limitata di Piazza Camillo Borghese. Dopo l’emissione di ben otto ordinanze comunali – a partire dallo scorso 26 febbraio 2020 – e le tre pronunce favorevoli del TAR, a tutt’oggi il Comune di Pomezia non è riuscito, nonostante i nove mesi trascorsi, a ripristinare la fruizione delle strade di Pratica di Mare, ma anzi rischia di vanificare tutto omettendo di attuare i propri medesimi provvedimenti e tollerando, al contrario, gli altrui soprusi in danno della collettività”.

“Tutto questo è intollerabile – proseguono dall’Associazione – Ricordiamo che lo scorso 7 ottobre 2020 il TAR Lazio ha pubblicato la propria pronuncia con la quale per la terza volta i giudici amministrativi hanno confermato gli atti dell’amministrazione comunale, la quale, da ben nove mesi, intima alla società Nova Lavinium riconducibile alla famiglia Borghese, di “rendere il borgo aperto al pubblico transito” (si veda l’ordinanza del 26 febbraio 2020). Ebbene, nonostante l’avvenuta rimozione del primo e del secondo cancello, stavolta sono reti e transenne ad impedire l’accesso alle strade del borgo medievale. Va detto che anche questa ennesima delimitazione sulle aree stradali interne del Borgo risulta apposta illecitamente per la mancanza da parte della Nova Lavinium del titolo legale di proprietà, cosi come riconosciuto dal Comune, né si potrebbe ragionevolmente sostenere che l’apposizione di queste transenne si sia resa necessaria quale cautela per l’esecuzione di lavori sugli immobili di proprietà privata, posto che in tale ultimo caso si dovrebbe trattare della delimitazione di uno spazio esiguo immediatamente limitrofo all’immobile oggetto dei lavori. Di questo passo, la questione approderà presto agli organi inquirenti”.

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