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Campo rom di Castel Romano, sgomberi bloccati, anzi no: il Comune smentisce l’Associazione 21 Luglio

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Focolaio campo rom Castel Romano

Sgomberi nel campo rom di Castel Romano, ci saranno oppure no? Secondo l’Associazione 21 Luglio – ravvisando in tale atto un comportamento discriminatorio delle autorità capitoline si era rivolta alla Commissione Europea e all’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali (UNAR) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – no, ma per il Campidoglio, invece, non è cambiato nulla rispetto a quanto deciso in precedenza. Ma vediamo qual è la situazione.

Ecco quanto riferisce l’Associazione 21 Luglio: “Lo scorso 20 ottobre, Szabolcs Schmidt, capo Unità della Commissione Europea su “Non-discrimination and Roma coordination” in una missiva rivolta ad Associazione 21 luglio, ha comunicato che la Commissione Europea sta attenzionando le azioni del Comune di Roma sull’area F di Castel Romano e l’impatto dell’intero Piano rom della Giunta Raggi sulle comunità rom interessate. Nella lettera Schmidt ha ribadito come gli Stati membri, Italia compresa, devono garantire, in caso di sgombero, «che lo stesso avvenga nel pieno rispetto del diritto dell’Unione e degli altri diritti umani internazionali in ottemperanza agli obblighi come quelli stabiliti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Questo – continua Schmidt –  è stato rafforzato dalla raccomandazione del Consiglio del 9 dicembre 2013 riguardo le misure efficaci per l’integrazione dei Rom negli Stati membri (2013 / C 378/01)». Il giorno dopo è seguita una comunicazione dell’UNAR nella quale è stato riportato che sia il Capo Gabinetto che il vice Capo Gabinetto della sindaca Virginia Raggi «hanno confermato di avere piena consapevolezza delle criticità oggetto della vostra istanza e assicurato circa il non luogo a procedere dello sgombero, inizialmente previsto entro la fine di settembre»“.

Case popolari da assegnare per lasciare il campo rom

Si torna poi a parlare di case popolari da assegnare ai rom in cambio dei nuclei abitativi di Castel Romano. “Secondo il Regolamento della Regione Lazio n.2 del 20 settembre 2000, n. 2 “Regolamento per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica destinata all’assistenza abitativa ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della Legge regionale 6 agosto 1999, n. 12”, come riportato all’articolo 13, comma 1: il Comune di Roma può riservare un’aliquota degli alloggi ERRP del 15% «da assegnare sulla base del bando generale, a nuclei familiari che si trovino in specifiche documentate situazioni di emergenza abitativa dovute a […] provvedimenti esecutivi di rilascio forzoso; sgombero di alloggi di proprietà pubblica da destinare ad uso pubblico». Non va dimenticato che tale possibilità è stata paventata anche nella Memoria di Giunta sottoscritta da Virginia Raggi il 9 luglio 2020: riguardo l’area F di Castel Romano tra le varie misure si cita proprio la riserva Erp degli alloggi, riserva che ogni Comune ha a disposizione per i nuclei più fragili. Secondo Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio: «Se i primi a sperimentare questo modello sono stati i rom entrati nelle case popolari di Ferrara, città governata da una giunta leghista, perché lo stesso non potrebbe essere fatto proprio dalla città di Roma? Non si tratta di optare per una corsia preferenziale creata ad hoc ma di avvalersi di regolamento regionale che lo consente. Nell’area F di Castel Romano risiedono 96 persone e di esse l’80% ha già fatto domanda di casa popolare. Se si dovesse ravvisare la necessità urgente di liberare l’area, già posta sotto sequestro dal Tribunale di Roma, l’opzione della riserva Erp resterebbe come l’unica come alternativa ad uno sgombero forzato inutile, costoso e lesivo dei diritti».

La replica del Comune di Roma

In relazione alle informazioni diffuse dall’Associazione 21 luglio, si precisa che non è stato disposto alcun blocco o annullamento dello sgombero dell’Area F situata presso il campo di Castel Romano. La pianificazione e l’organizzazione dell’intervento procedono regolarmente, in linea con l’evolversi della situazione epidemiologica e nel pieno rispetto dei diritti umani e dei percorsi di inclusione. Non abbiamo mai fornito alcuna comunicazione, a nessun soggetto, che indicasse la necessità di bloccare o annullare la liberazione dell’area in questione. Si tratta di un’informazione errata che danneggia ulteriormente i residenti nel sito e che va contro una pronta risoluzione delle problematiche sanitarie riscontrate”. Lo riferiscono, in una nota, il Capo di Gabinetto di Roma Capitale Stefano Castiglione e il Vice Capo di Gabinetto di Roma Capitale Marco Cardilli.

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