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‘Devi darci 40mila euro’: metodi mafiosi per minacciare il loro datore. Ecco il piano di 2 dipendenti ‘infedeli’

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furto civitavecchia

Utilizzavano telefoni e schede SIM di “copertura” per contattare il loro datore di lavoro ed estorcergli denaro. Proprio oggi, il Commissariato di Terracina ha portato a termine una brillante operazione di polizia e ha sottoposto alla custodia cautelare in carcere due uomini: N.R. di anni 42 e P.V. di anni 45, entrambi di Fondi.

Arrestati per estorsione, ecco il piano

L’operazione denominata ‘Infidus‘ prende il nome dai due soggetti ‘infedeli’, entrambi dipendenti di un’azienda di Terracina che, attraverso azioni plurime e continue, trincerandosi dietro l’anonimato, stavano estorcendo denaro al loro datore di lavoro.

I due, utilizzando telefoni e schede SIM ‘di copertura’, contattavano la vittima prospettandogli gravi ritorsioni se non avesse consegnato loro una prima tranche di 40mila euro. Gli stessi inoltre, con tipiche modalità mutuate dal metodo mafioso, si proponevano di garantire ‘protezione’, cercando di fatto di assoggettare la vittima in modo sistematico alla richiesta del ‘pizzo’.

Nonostante la scaltrezza degli indagati, che per formulare le richieste estorsive avevano anche recapitato missive sull’uscio di casa della vittima, gli investigatori, coordinati dai Sostituti Procuratori Antonio Sgarrella e Claudio De Lazzaro, hanno individuato la giusta pista investigativa e hanno approntato servizi tradizionali e attività intercettive. Parallelamente all’attività investigativa sono stati garantiti servizi riservati a tutela delle vittime. Le minacce formulate dagli indagati hanno prospettato, infatti, gravi ritorsioni da compiersi sui titolari dell’Azienda e danneggiamenti che, concomitanti alla crisi economica conseguenza della pandemia, ne avrebbero causato la chiusura.

Quando oramai i due indagati erano pronti ad un’azione intimidatoria e dimostrativa, che avrebbe danneggiato e terrorizzato definitivamente la vittima con l’incendio di alcuni furgoni, i solidi ed incontrovertibili elementi acquisiti dagli investigatori hanno consentito ai Pubblici Ministeri di chiedere ed ottenere i provvedimenti restrittivi in carcere emessi, nei confronti dei due indagati, dal G.I.P. del Tribunale di Latina Dott. Pierpaolo Bortone.

 

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