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Ragazza 17enne segregata in casa per un anno: aveva confessato la sua omosessualità

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E’ una storia che ha quasi dell’incredibile, quella che vede coinvolta una ragazza di appena 17 anni che da un anno vivieva sequestrata in casa ed era vittima di continue violenze da parte dei familiari. La sua colpa? Essere lesbica.

La ragazzina, all’età di 16 anni, aveva fatto trapelare alla famiglia le sue tendenze sessuali, scatenando una reazione furiosa da parte dei genitori, che l’hanno rinchiusa in casa, impedendole di uscire dalla sua abitazione in provincia di Roma.

A rendere nota la vicenda Fabrizio Marrazzo, Portavoce del Gay Center, il quale informa che la ragazza, grazie al supporto dell’Oscad (Osservatorio di Polizia e Carabinieri contro le discriminazioni) è stata liberata. 

“La giovane – ha spiegato il Portavoce del Gay Center – ha raccontato di una situazione familiare molto grave, iniziata un anno fa, quando i genitori hanno scoperto che era lesbica. La ragazza viveva in un clima di continua violenza ed era sequestrata in casa: quando rimaneva sola, i genitori chiudevano la porta a chiave con lei dentro. Nonostante questo la ragazza è riuscita a scappare di casa una prima volta e ha chiamato le forze dell’ordine, ma queste, invece di metterla in protezione, l’hanno riconsegnata alla famiglia. Fortunatamente la ragazza è riuscita a scappare di nuovo e a contattare il nostro servizio Gay Help Line al numero 800 713 713, che ci ha permesso di muoverci per metterla in protezione. La ragazza, ripresa subito dalla famiglia, è stata poi ritrovata chiusa in casa dalle forze dell’ordine, da noi allertate. Ora la ragazza è in una struttura protetta per minori e la stiamo aiutando a ricostruire la sua vita, facendole riprendere gli studi che aveva abbandonato forzatamente”.

Una storia davvero traumatica per la ragazza, che ha vissuto un anno fuori dalla realtà, senza poter frequentare la scuola e gli amici.

“Quanto accaduto è molto grave – ha concluso Marrazzo – È importante approvare al più presto una legge contro l’omotransfobia, che preveda anche la formazione per il personale pubblico per evitare episodi di discriminazione e pregiudizio anche da parte di funzionari pubblic,i come accaduto alla giovane ragazza”.  

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