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Reddito di emergenza, nuova proroga nel decreto Sostegni bis: a chi spetta e come fare domanda

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Il Governo è pronto a varare il nuovo piano, il Decreto Sostegni Bis,  con gli aiuti per sostenere le imprese e i cittadini in difficoltà, piegati dalla crisi economica, da mesi alle prese con aperture e chiusure a singhiozzi. In un’Italia che lentamente sta ripartendo, il Consiglio dei Ministri oggi dovrebbe approvare i nuovi bonus, tra incentivi auto, sgravi, imprese e agevolazioni. E’ probabile che anche il reddito di emergenza venga prolungato, esteso fino a settembre 2021. 

Reddito di emergenza fino a settembre 2021 nel decreto Sostegni bis: a chi spetta 

Il Reddito di emergenza, con il nuovo Decreto Sostegni Bis, dovrebbe essere esteso per altri 4 mesi, fino a settembre del 2021. Non dovrebbero, però, esserci delle novità sulla “platea”, su chi cioè può fare domanda e sull’assegno che va da 400 a 800 euro mensili per le famiglie in difficoltà. Pochi i requisiti da rispettare: residenza in Italia, valore del reddito familiare inferiore a una soglia pari all’ammontare del beneficio; valore del patrimonio mobiliare familiare con riferimento al 2020 (e verificato a dicembre 2020) inferiore a 10.000 euro. Tale soglia è elevata di 5.000 euro per ogni componente successivo al primo e fino a un massimo di 20.000 euro. La soglia e il massimale sono incrementati di 5.000 euro per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza come definite ai fini ISEE di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 2013, n. 159; un valore ISEE, attestato dalla DSU valida al momento della presentazione della domanda, inferiore a 15.000 euro

Per fare domanda, come spiega l’Inps, bisogna presentare una dichiarazione Sostitutiva Unica ai fini Isee, per verificare il valore del reddito Isee. Una volta che sarà confermato il reddito di emergenza (con l’erogazione di tre nuove mensilità), si potrà compilare il modulo sul sito dell’Inps, solo in via telematica. Bisognerà accedere alla piattaforma con il pin, lo Spid o la carta d’identità elettronica, ma in caso, ci si potrà anche rivolgere ai patronati. 

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