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Roma: «Io, umiliato dalla valutazione sul lavoro svolto», ora Silvano, disabile, sta rischiando la vita. Da giorni è in sciopero della fame e della sete

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E’ in protesta da quattro giorni sotto la sede della Camera di Commercio a Roma. Silvano, in pensione da quest’anno, ha lavorato una vita in quegli Uffici ma non ha accettato la valutazione – a suo giudizio completamente non veritiera – fatta dai Dirigenti della sede capitolina sul suo lavoro. L’ex dipendente, peraltro persona con disabilità, ha deciso dunque di restare in auto ventiquattrore su ventiquattro non mangiando e, da oggi, rinunciando anche a bere, nel tentativo di far emergere quella che secondo lui è la verità. Il tutto documentato con delle lunghe dirette su Facebook. Ora però, considerando il protrarsi della protesta, si iniziano a temere gravi conseguenze per la sua salute tanto che poco fa le forze dell’ordine e un’ambulanza si sono recate sul posto.

Ex dipendente Camera Commercio di Roma: «Io, umiliato dalla valutazione che è stata fatta del mio lavoro»

Oltre che ad essere una questione economica, perché dalla valutazione deriva anche l’emolumento percepito da Silvano, è anche un problema di dignità. «Si tratta del giudizio sul mio operato relativo al 2020, bollato come pessimo in sostanza. Se fossimo a scuola è come se avessi preso un 4, ecco. Ma le cose non stanno così», ci spiega Silvano che abbiamo raggiunto al telefono. «Avrei anche accettato una valutazione così bassa, ma che almeno fosse motivata. Tutto questo non è avvenuto. Chiedo che venga visto il lavoro che ho svolto e giudicato per quello che effettivamente è stato. Ad oggi, dopo tre giorni, sono ancora in attesa di una chiamata dalla Dirigente preposta: ovviamente la mia protesta andrà avanti ad oltranza finché non si risolverà la questione», aggiunge. Noi abbiamo provato a contattare l’Ufficio della Dirigente della Camera di Commercio per conoscere l’altra versione dei fatti ma ci è stato risposto che il funzionario era in riunione. Abbiamo comunque lasciato i nostri recapiti e siamo ora in attesa di essere ricontattati.

Non un caso isolato

Sulla vicenda di Silvano è arrivata una dura nota del Sindacato USB che ha espresso solidarietà alla protesta dell’ex lavoratore della Camera di Commercio. Ebbene, dal testo – qui potete leggere la versione integrale – emerge che quello di Silvano potrebbe non essere un caso isolato ma che in molti alla Camera di Commercio, sostiene la sigla sindacale, sarebbero vittime “degli aspetti più nefasti della legge Brunetta e pensando che i dipendenti, che hanno il contratto delle Funzioni Locali, debbano solo ubbidire e non fiatare, è stato utilizzato il sistema della valutazione individuale per penalizzare chi si permette di criticare le disposizioni dirigenziali“.

E con questa modalità hanno nel tempo penalizzato diversi lavoratori, guarda caso iscritti a USB, infliggendo voti bassissimi nella valutazione del comportamento nei confronti del pubblico e nei riguardi dei colleghi, che hanno causato il mancato raggiungimento della votazione minima per ottenere il premio di produttività!”, proseguono dall’USB.

“Di fronte a questo ennesimo atto di ingiustizia, Silvano ha detto no e in assenza di una spiegazione chiara della valutazione della sua professionalità, da quattro giorni sta protestando davanti alla sede di Viale dell’Oceano Indiano, privandosi del cibo e da oggi minaccia anche di non bere più! Silvano rimarrà lì fino a che non avrà risposte dall’ente. USB da tempo sta denunciando in completa solitudine l’applicazione distorta e solamente punitiva della legge Brunetta nella pubblica amministrazione”. Alla Camera di Commercio di Roma stiamo assistendo agli effetti pratici di una legge che considera i dipendenti pubblici come sudditi! USB oltre a manifestare solidarietà a Silvano, denuncia il comportamento della dirigenza dell’ente, e si adopererà per contrastare questi tipi di comportamenti!”, conclude il comunicato.

Aggiornamento ultim’ora: Silvano portato in ospedale

Silvano è stato portato via dall’ambulanza, in quanto le sue condizioni di salute non cosentivano più il protrarsi dello sciopero della fame e della sete. L’uomo è stato portato in ospedale per dei controlli dei parametri vitali. “Io non mollo, dovessi morire – ha comunque detto Silvano – voglio arrivare fino in fondo”.

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