Roma continua a vivere i disagi dello sciopero dei taxi. Per il quinto giorno consecutivo i tassisti incrociano le braccia, e lasciano la città senza auto bianche. Problemi non solo al centro, ma anche all’aeroporto di Fiumicino. Intanto lo sciopero si allarga a Milano, Napoli e Genova.
La protesta contro la sanatoria pro Uber
Lo sciopero è iniziato la scorsa settimana, per protestare contro un emendamento al decreto Milleproroghe. L’articolo incriminato prevede di rimandare al 31 dicembre 2017 una serie di misure contro l’abusivismo del servizio taxi. Tra le altre, viene prorogata anche una norma che limiterebbe i servizi di noleggio con conducente. Evidente l’impatto che queste misure avrebbero sul noto servizio privato Uber, contro cui i tassisti da mesi protestano. La sanatoria pro Uber è vista infatti come un passo in avanti verso la deregolamentazione del settore: un prezzo che i conducenti delle auto bianche non sono disposti a pagare.
Oggi incontro con Delrio, ma partono i taxi solidali
Oggi alle 12 i rappresentanti di categoria incontreranno il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Nel frattempo l’emendamento approda alla Camera, dopo essere stato approvato dal Senato: per i tassisti è una corsa contro il tempo per salvare la loro attività. Critica l’emendamento anche l’assessore ai trasporti della Giunta capitolina, Linda Meleo, che però invita i tassisti a interrompere l’agitazione. I disagi per la città sono infatti notevoli: nelle stazioni e negli aeroporti le aree di sosta per le auto bianche sono deserte. Per rimediare parzialmente ai disagi, è partita l’iniziativa dei taxi solidali: le vetture saranno in sosta presso gli ospedali di Roma, ed effettueranno corse dedicate alle fasce più deboli della popolazione. Le corse solidali, organizzate dalla Cooperativa Samarcanda, permetteranno di ridurre gli effetti più negativi della protesta. In attesa di ulteriori sviluppi, gli altri taxi non partiranno.
