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Maria Grazia Cucinotta ad Aprilia, con Guadagnuolo

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INCONTRO con gli alunni apriliani per la Festa della donna

Maria Grazia Cucinotta, questa mattina, era ad Aprilia in occasione della Festa della Donna, per incontrare gli alunni della Scuola Media Giacomo Matteotti, su invito del Maestro apriliano Francesco Guadagnuolo.

L’attrice italiana, nota per il suo volontariato in diverse associazioni mondiali, è anche presidente dell’associazione “Io non ho paura” e questa mattina  ha fatto da madrina alla presentazione dell’opera dell’artista  “Femminicidio, quel che resta per non dimenticare”: una scultura che riporta gli oggetti tipici delle donne, i mezzi di comunicazione con cui si può fare violenza, nonchè le tipiche scarpe rosse che abbracciano l’estrema violenza, la morte. I colori usati nell’opera vogliono proprio sottolineare la drammaticità di quanto esposto.

Scopo dell’incontro è quello di educare le nuove generazioni al rispetto reciproco. Simpaticamente ma anche sagacemente la diva di origini siciliane, l’ha fatto ponendo lei domande ai ragazzi che si sono mostrati taluni pronti a rispondere e interagire, mentre altri erano all’oscuro del tema “a casa non parliamo di queste cose”, ha confessato uno di loro.

Tanti filmati sono stati trasmessi, ma quello che forse ha toccato di più la sensibilità è quello dell’attore e regista toscano Roberto Benigni che prendendo un passo dal Talmud recita “State molto attenti a non far piangere una donna: poi Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai suoi piedi perché debba essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale… un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata”.

Di poi,  l’intervento della dottoressa Francesca Malataccia, psicologa e psicoterapeuta dell’associazione presieduta dalla Cucinotta ha toccato i vari punti e gradi della violenza sulle donne, degli abusi, gli stuptri, con relativi articoli di codice penale e condanne, per significare la gravità dei reati ridetti.

Marina Cozzo

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