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CONSIGLIO COMUNALE TRA PROTESTE, CORI, RITIRI ED ABBANDONI

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Per una volta che il consiglio stava filando liscio in prima convocazione, ecco le sorprese. Intorno alle 12:00 sono salite in aula consiliare una quarantina di persone, uomini e donne in rappresentanza di altrettante famiglie di “Truffati dalla Pettirosso”, ovvero proprietari di appartamenti acquistati sin dal 1992 dall’Immobiliare Pettiroso 81 srl, società che aveva costruito due palazzine grazie ad una convenzione stipulata con il Comune di Pomezia: in cambio della concessione per 99 anni dei terreni comunali su cui edificare, la ditta si impegnava a realizzare una serie di servizi primari, tra cui un’importante strada di collegamento con la via del Mare. Ma, dopo aver costruito solo gli immobili a scopo residenziale ed averli venduti, la società fallisce e sparisce. L’Amministrazione comunale si rende conto, con notevole ritardo, che i punti stabiliti dalla convenzione non sono stati onorati e si riappropria dei terreni con annessi e connessi, diventando di fatto proprietaria di tutto che vi è sopra. Ovvia la rabbia dei legittimi acquirenti, che ancora stanno pagando il mutuo, che periodicamente chiedono al Comune, con  il quale è aperto un contenzioso legale ormai da anni, di chiudere la vicenda fissando una quota che possa essere accettabile soprattutto in quanto non prevista da parte di chi onestamente e con sacrificio ha acquistato l’immobile al giusto valore. Ma il tempo passa, e, nonostante l’intervento degli avvocati, nulla si muove. Decidono allora di muoversi gli abitanti e lo scorso 16 giugno, data del giuramento di questa Amministrazione, fanno irruzione nel corso del primo consiglio comunale, manifestando pacificamente attraverso alcuni cartelloni. “Noi – fu la risposta del sindaco De Fusco – stiamo cercando di risolvere il problema, con tutti i passi necessari da parte dei nostri legali, che hanno fatto una valutazione molto attenta sulla valutazione dell’immobile ed ora sono pronti per sottoscrivere un protocollo d’intesa con i vostri avvocati. Vi do’ la mia parola che questo protocollo potrà essere firmato entro la fine del mese, per poi passare agli atti”.

Ma di mesi ne sono passati 9 ed a muoversi di nuovo sono sempre gli abitanti, che questa mattina hanno deciso di tentare il bis per ricordare le promesse non mantenute, cioè di essere ancora in attesa della risoluzione del contenzioso, manifestando il loro disappunto per la mancanza di interesse da parte dell’Amministrazione comunale. Dopo regolare identificazione con consegna di badge ospite numerato, i manifestanti sono entrati nell’aula consiliare, hanno preso posto nei posti in fondo, visto che quelli davanti erano ormai tutti occupati, e sono rimasti tranquilli per circa un quarto d’ora. Ad un certo punto si sono alzati in piedi ed hanno srotolato uno striscione con scritto “Giù le mani da casa nostra”, alzando nel contempo cartelli con varie scritte, da “Basta promesse”, con tanto di foto di Pinocchio in riferimento alle bugie ed alle false promesse finora ricevute, a “Truffati Pettirosso in attesa di giustizia”. Il tutto in educato silenzio. Silenzio rotto invece da alcuni consiglieri comunali, che hanno chiesto alla vigilanza di identificare attraverso il numero del badge e poi far uscire i manifestanti in quanto disturbavano, interrompendo cose ben più serie. Il riferimento alla serietà dell’argomento ha fatto indispettire i proprietari delle case, che non hanno digerito quella che è sembrata loro l’ennesima beffa, ed hanno intonato in coro “Vergogna, vergogna” all’indirizzo del consiglio. La cosa non è piaciuta ad un consigliere di maggioranza, che si è alzato dal suo posto per avventarsi contro un manifestante. Solo la calma di quest’ultimo e l’intervento della polizia municipale e di altri consiglieri ha impedito che si arrivasse alle mani. “Gli ho semplicemente detto di non toccarmi e lui si è fermato, magari aiutato da qualcuno”, ha mimetizzato l’uomo che stava per subire l’aggressione. Nonostante la richiesta di uscire, i manifestanti hanno ribadito il loro diritto a rimanere in aula, dal momento che non stavano facendo nulla di male. Si sono riseduti e, mezz’ora dopo la ripresa dei lavori consiliari, hanno preferito andarsene. Forse cose ben più serie?

Intanto l’intera minoranza, già nel primo pomeriggio, durante l’interruzione per il pranzo, ha protocollato una richiesta di consiglio straordinario con unico punto all’ordine del giorno proprio la situazione della Pettirosso.

Il consiglio è poi ripreso alle 16:00. Fino a quell’ora erano stati discussi, in pochi minuti, solo i primi due punti, che prevedevano l’ingresso nelle commissioni da parte di Antonio Barbieri. I due punti più importanti hanno invece portato altro scompiglio, fino ad essere ritirati. Ma la situazione è ancora più complicata di quello che potrebbe sembrare: dopo un’accesa discussione il capogruppo di Forza Pomezia Omero Schiumarini ha detto di voler lasciare la maggioranza e si è dichiarato indipendente, mentre il PD ha abbandonato l’aula. Tra lo sconcerto generale, al presidente del consiglio Paolo Ruffini non è rimasto altro da fare che ritirare i punti 3 e 4 e chiudere la seduta. La crisi, invece, sembra del tutto aperta.

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