Oggi come oggi sono sempre di più coloro che ricorrono al bisturi. Da sempre la chirurgia estetica è il rifugio di chi si sente insicuro del proprio corpo, ma negli ultimi anni vi si ricorre sempre di più e sempre più in giovane età. Da un lato sicuramente c’è da considerare il fatto che i costi sono molto ridimensionati rispetto ai primi anni di diffusione della chirurgia, dall’altra c’è la crescente attenzione nei confronti dei media da parte di tutti.
L’era digitale, infatti, fa sì che costantemente si abbiano davanti esempi di bellissimi e bellissime da emulare ed alle quali cercare di assomigliare. Per certi versi c’è un’ossessione della perfezione, ma è sempre così ormai o ci sono motivi “validi” per ricorrere all’intervento oggi?
Interventi estetici ricostruttivi e non
Quando si pensa alla chirurgia estetica si pensa subito all’ambizione estetica alla perfezione. In realtà però non sempre la chirurgia viene utilizzata per questo motivo, fortunatamente. Ci sono persone che hanno effettivamente difetti estetici per i quali possono avere conseguenze psicologiche. Si parla allora di interventi estetici ricostruttivi. Che si distinguono da quelli puramente estetici dove non c’è un difetto evidente, ma semplicemente la persona non si piace o vuole di più.
In entrambi i casi il ricorso alla chirurgia è dettato dalla psicologia. Nel primo caso il soggetto si sente puntati gli occhi addosso per via della sua “imperfezione”, che lo vincola e gli impedisce di svolgere una normale vita sociale. Nel secondo la persona deve compensare la sofferenza, l’ansia di non vedersi entro i canoni di bellezza dettati dai media o dalla volontà di fermare il tempo che passa: si cerca, insomma, di restare giovani in eterno.
Il ricorso alla chirurgia diventa in alcuni rari (fortunatamente) casi un’ossessione, nonché una spettacolarizzazione, come nel caso del Ken umano o della Barbie umana, di cui ha parlato anche una rivista online come Kontrokultura.it.
Il giusto approccio psicologico alla chirurgia
Moltissime persone che ricorrono al chirurgo dichiarano di aver fatto interventi per essere più “belli” per il proprio partner. Questa è probabilmente la motivazione più sbagliata che vi sia perché non si fanno le cose per sé, ma per qualcun altro. L’affetto delle persone però non va barattato e non va ricercato cercando di essere quelli che non si è.
Alla base di chi fa interventi per tal motivo c’è sicuramente l’autostima che in questi soggetti è piuttosto bassa. In questi casi se la persona è molto sensibile e il partner molto esigenze, si crea un gioco molto pericoloso perché si crea assoggettamento.
In altri casi c’è chi invece cerca nello specchio di compensare le proprie mancanze psicologiche ed affettive, puntando tutto sull’aspetto fisico. Queste persone hanno un’autostima davvero bassa e probabilmente prima di passare all’intervento chirurgico dovrebbero pensare a fare prima un percorso interiore per costruire esse stesse come persone.
Con quanto detto non si intende criminalizzare la chirurgia estetica. Se questa, infatti, è mossa con coscienza e benessere è infatti del tutto lecita ed è un po’, per certi versi, come indossare un bel abito.