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Anzio, lo strano caso della ‘Lungodegenza covid-19’ a Villa dei Pini

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Mentre il mondo della statistica, della medicina e le varie procure d’Italia continuano a interrogarsi sulla strage delle Rsa nel Paese, ad Anzio è stato importato un modello che ha tutta l’aria di ricalcare quello delle strutture lombarde.

Nella casa di cura di Villa dei Pini è attivo un reparto che ospita 28 casi positivi al Covid-19. Le raccomandazioni dell’Asl di competenza che dichiara l’assenza di cluster nella “lungodegenza” non sembrano convincere la cittadinanza.

Lo stesso sindaco di Anzio, nell’ultimo consiglio comunale, ha dichiarato che la situazione è sotto controllo, ma nessuno ha risposto in merito alla semplice domanda che più volte è stata posta: come può una Rsa ospitare dei casi positivi senza essere stata autorizzata ufficialmente, ovvero senza essere una Rsa Covid?

Le linee guida del Ministero della salute parlano chiaro: “Nelle RSA alberga la popolazione più fragile ed esposta al maggior rischio di complicanze fatali associate all’infezione da COVID-19 e considerata l’esperienza delle Regioni precocemente colpite dalla pandemia, è necessario identificare prioritariamente strutture residenziali assistenziali dedicate ove trasferire i pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, per evitare il diffondersi del contagio e potenziare il relativo setting assistenziale”.

Nel frattempo la clinica in uno dei suoi bollettini giornalieri ha coniato un termine nuovo, definendo il reparto del primo piano che ospita i casi: “Lungodegenza covid-19”, nel quale ha dichiarato la positività di due operatori in questi termini: “due dipendenti addetti al Reparto di Isolamento Lungodegenza per pazienti positivi al COVID-19 sono risultati positivi al tampone e sono stati inviati in isolamento”. 
Come qualcuno ha detto, non basta dare un nome ad un reparto per essere specializzati, e soprattutto bisogna essere autorizzati. In conclusione, a destare stupore non è tanto il numero dei casi, ma la modalità adottata per il contenimento della linee di trasmissione del virus, nel quale il trasferimento dei degenti verso strutture dedicate come è successo nelle altre Rsa del Lazio non è stato assolutamente preso in considerazione. Perché?

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