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Pomezia, caso Zoomarine, il Tar boccia l’operato del Comune: l’Ente avrebbe dovuto agire diversamente

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Il Tar del Lazio ha accolto, con ordinanza del 6 ottobre, la domanda cautelare avanzata da Zoomarine bocciando di fatto il modus operandi del Comune di Pomezia. Il caso è noto: il Parco acquatico era stato oggetto di un’ordinanza di chiusura da parte dell’Amministrazione Comunale a seguito dell’accertamento da parte della Polizia Locale di violazioni alle disposizioni in materia di Covid-19. Le immagini e i video che mostravano gli assembramenti nello stadio dei delfini avevano del resto fatto rapidamente il giro del web portando l’Ente, inevitabilmente, ad intervenire.

Ma nonostante questo il Tar già lo scorso 24 agosto aveva dato ragione a Zoomarine sospendendo il provvedimento di chiusura malgrado quanto sopra esposto. Ieri dunque, ribadendo quanto già espresso in precedenza, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha confermato la sua posizione ritenendo non idoneo il modo di agire del Comune di Pomezia. 

Nel testo si legge: 

«Considerato che il provvedimento comunale oggetto d’impugnativa che ha disposto la chiusura per giorni 5 dell’attività di pubblico esercizio risulta esser stato adottato in attuazione dell’art. 2, comma 1 del decreto legge n. 33/2020, successivamente al sopralluogo eseguito dagli agenti accertatori del Comune di Pomezia per accertata violazione dell’ordinanza regionale n. 49/2020.

Considerato che la domanda cautelare proposta appare allo stato suscettibile di accoglimento, ritenendosi persuasivi, ad una prima e sommaria delibazione propria della presente fase del giudizio, i profili di incompetenza del dirigente del Comune di Pomezia ad adottare la sanzione amministrativa accessoria, tenuto conto di quanto disposto dall’art. 2, comma 2 del decreto legge n. 33/2020 che stabilisce che “Le sanzioni per le violazioni delle misure disposte da autorità regionali e locali sono irrogate dalle autorità che le hanno disposte”, che avrebbe dovuto comportare da parte dell’Amministrazione comunale l’inoltro degli atti alla Regione Lazio per applicazione della sanzione della chiusura nei confronti della Società esercente».

Insomma, l’ennesimo paradosso della burocrazia italiana che dovrà spingere però l’Ente ad un’attenta riflessione su quanto accaduto (ricordiamo che, sulla scorta dell’affaire Zoomarine altre attività oggetto di chiusura fecero ricorso al Tar, in alcuni casi vincendolo, ndr). Intanto è stata fissata la trattazione del ricorso all’udienza pubblica: appuntamento al prossimo 23 marzo 2021.

LEGGI QUI L’ORDINANZA DEL TAR

 

 
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