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DOPO LE INTIMIDAZIONI CENTORE RICEVUTO DA GRASSO

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luigi

Dopo le intimidazioni al giornalista Luigi Centore, summit a Palazzo Madama alla presenza del presidente dell’Ordine dei Giornalisti, il presidente della Federazione Nazionale della Stampa e il direttore di Ossigeno per l’Informazione.

– “Non mollare, vai avanti. Noi tutti ti saremo vicini”. La frase l’ha pronunciata stamattina il presidente del Senato, Pietro Grasso, salutando Luigi Centore e me, dopo un colloquio avuto a Palazzo Madama sul tema delicatissimo della libertà di stampa e delle minacce ai giornalisti. Il parterre era di primissimo livello: il presidente dell’Ordine di Giornalisti Enzo Iacopino, il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Giovanni Rossi, Alberto Spampinato direttore dell’Osservatorio sui giornalisti minacciati (www.ossigenoinformazione.it).

Insieme a Centore anche il giornalista di Report Alberto Nerazzino, al quale lo scorso week-end hanno rubato le sue due telecamere, i suoi cinque computer (tra fissi e portatili), i microfoni e tutto il materiale per montare video, lasciando in casa tanti oggetti di valore e senza toccare nulla delle analoghe attrezzature del suo coinquilino. Due brutte storie, quella di Luigi e quella di Alberto, che ripropongono in maniera forte il tema di quanto sia difficile fare informazione in un Paese dove le minacce assumono le forme più svariate.

“Anche quelle della cosiddetta querela temeraria – ha sottolineato il presidente Iacopino – che ha lo scopo principale di intimidire il giornalista per impedirgli di scrivere e dare fastidio. Ancor più se il giornalista non è è dipendente di un grande quotidiano ma lavora come free lance”. L’ultima querela temerazia l’ha fatta la Cgil della Camusso al quotidiano d’inchiesta La Notizia dove, chiedendo come danni un risarcimento da 150.000 euro, ha scritto che le informazioni riportate sui conti del sindacato, sulle proprietà immobiliari e sul business dei Caf contenute in un articolo di Stefano Sansonetti erano tutte vere ma – secondo loro – riportate utilizzando la tecnica dell'”accostamento suggestionante” e del “sottinteso sapiente”. E per questo meritevoli di querela…

Nel corso del colloquio in Senato, è uscita anche la questione “sociale” di come troppo spesso la parola “illegalità” sia tollerata a fronte di una “criminalità” che desta allarme. Eppure – ho chiarito durante il mio intervento – è proprio il tollerare l’illegalità come modo di vivere di un territorio (dagli abusi edilizi all’occupazione di suolo pubblico) che si creano quelle condizioni nelle quali la criminalità così come percepita dalla collettività si fa strada e trova terreno fertile. “Per me – ha sottolineato il presidente del Senato – illegalità e criminalità sono la stessa cosa. Non percepisco l’una come diversa dall’altra. Criminale non è solo chi spara o spaccia droga, ma anche chi fa affari illeciti o chi fa finta di non vedere”.

Un’oretta di confronto, alla fine del quale i massimi rappresentanti degli Editori e dei Giornalisti hanno tracciato col presidente una linea sulla quale cercare di muoversi in sintonia per ridefinire le regole del giornalismo, delle querele temerarie e, soprattutto, per garantire a chi fa informazione la possibilità di lavorare senza intimidazioni. Utopia? Forse, ma già il fatto che esista un tavolo di confronto a questi livelli, dove anche il singolo caso di Ardea e del Faro on line trova uno spazio di visibilità, è il segnale che qualcosa sta cambiando.
Angelo Perfetti

 

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