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I ristoratori italiani denunciano la Cina per i danni del Covid: citato in giudizio il Ministro della Sanità cinese

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I ristoratori italiani denunciano la Cina per i danni del Covid. No, non è uno scherzo: il Movimento imprese ospitalità cita in giudizio il ministro della Sanità cinese per i danni causati dal ritardato allarme al mondo dell’epidemia esplosa a Wuhan. Paolo Bianchini, presidente nazionale di MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, per spiegarlo.

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L’accusa: “La Cina sapeva e non ha comunicato quanto sapeva in maniera tempestiva”

“Non è un gioco, non è uno scherzo, parliamo di attività e imprese che hanno perso denari importanti in questi mesi –ha affermato Bianchini-. L’avvocato ha fatto con noi un lavoro di ricostruzione temporale di quanto successo in questi 14 mesi. Qualcuno potrebbe dire che cerchiamo notorietà o altro, ma non è così. La questione è basata su un dato oggettivo: la mancanza di comunicazione in maniera tempestiva da parte della Cina di quello che stava accadendo. Quando in America arriva un tornado le autorità americane avvertono la popolazione in modo che si preparino all’arrivo del tornado. In questo caso, se la Cina avesse comunicato tempestivamente quello che stavamo per affrontare e avesse ad esempio chiuso i voli da e per l’Italia come ha fatto per i voli interni, la situazione magari sarebbe stata diversa. Perché la Cina ha chiuso i voli interni e non quelli internazionali? Non è un’azione velleitaria la nostra, c’è un dato oggettivo. So che altre associazioni seguiranno il nostro esempio, perché io credo che nel tempo sulle responsabilità si farà chiarezza, e non parlo dell’origine del virus, parlo del fatto che la Cina sapeva e non ha comunicato quanto sapeva in maniera tempestiva. I danni economici sono stati ingenti. Io spero che il governo cinese venga ad un confronto aperto e costruttivo per far sì che il tribunale possa valutare e giudicare”.

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