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Il CIF di Aprilia in gemellaggio con Europa Donna

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La Breast Unit e il tumore al seno

Venerdì 7 luglio,  si terrà un importante sodalizio tra il Cif (Centro Italiano Femminile) di Aprilia e Europa Donna, promosso dalla Breat Unit, alle ore 18,00, presso la sede della comunità Raggio di Sole in Via Aldo Moro Aprilia,

Un grande momento per la comunità apriliana, e non solo, per un innovativo modello sanitario, specializzato nella diagnosi e cura del tumore al seno.

Interverranno all’incontro: Fabio Ricci della Breast Unit, Resy Langiano presidente Cif di Aprilia e Paola Miceli presidente Europa Donna di Latina.

Detto connubio favorirà garanzie per l’universo femminile, su benefici supporti nella lotta contro il tumore alla mammella, materia su cui verte tutto il corollario complesso della Breast Unit, che ha sostenuto il progetto Europa Donna in Italia e nel Lazio.

Ricordiamo con una intervista al dottor Fabio Ricci, uscita sulla nostra testata, cos’è la Breast Unit e la sua importanza:

  • “E’ un centro di Senologia Multidisciplinare interamente dedicato alla diagnosi e al trattamento del tumore al seno.
    Questa Breast Unit nasce da lontano dai primi anni 2000, con la istituzione dello Screening mammografico nel 2001 nella nostra provincia, per la volontà, la determinazione di operatori sanitari della nostra Azienda, della Università “La Sapienza” – Polo Pontino, delle Associazioni di Volontariato come la LILT e l’ANDOS, che collegandosi in una rete, che ha unito professionalità, interessi culturali, passioni, si sono organizzate per la creazione di una Unità Multifunzionale di esperti che sono dedicati alla patologia mammaria. Nel corso degli anni il lavoro di questa equipe è stato sottoposto al giudizio dei migliori esperti mondiali. I dati sono stati presentati all’11th Milan Breast Cancer Conference, all’VIII Madrid Breast Cancer Conference, al Congresso Internazionale di Senologia di Firenze, all’Annual Meeting dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) di Chicago, all’European Breast Cancer Conference (EBCC8) di Vienna, al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS) nel Texas, a Phoenix in Arizona.”
  • Come è strutturata la Breast Unit? “E’ organizzata su due pilastri: il primo è costituito dal Coordinamento di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale organizzato su tutto il territorio da Aprilia al Garigliano, con inclusione del programma di screening e una struttura di Diagnostica Clinica ad Elevato livello di Specializzazione la cui Direzione è stata affidata al dott. Carlo De Masi; il secondo è costituito dal Coordinamento di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Intraospedaliero la cui Direzione Clinica è stata affidata a me.”
  • Qual’è lo scopo di questa organizzazione? “E’ di porre la paziente con tumore al seno al centro delle cure, attorno ad essa un pool di professionisti strutturati, per garantire le terapie più appropriate. La donna colpita da tumore al seno, seguita lungo tutto l’iter diagnostico – terapeutico, con una conseguente positiva ricaduta sulla “ Qualità della vita”.
  • “A chiederci le Breast Unit è l’Europa. Dal primo Gennaio 2016, nei paesi dell’EU, le donne potranno curarsi in queste strutture, che saranno sottoposte a verifica con precisi standard di qualità. Ce ne dovrà essere una ogni 500.000 abitanti. Questo risultato è stato raggiunto grazie allo sforzo di molte Associazioni Femminili, alle molte donne che da anni si battono per il diritto alla salute. Lo sforzo dell’Associazione Europa Donna Italia, insieme a tutte le Associazioni Femminili, è stato quello di promuovere un costante dialogo con le istituzioni e la comunità scientifica, con  l’obiettivo di potenziare i programmi di screening sul territorio nazionale e garantire a tutte le donne l’accesso a cure di qualità. Questo importante risultato è stato raggiunto anche al fattivo e costante contributo nel coinvolgere l’opinione pubblica su questi temi e sostenere i diritti delle donne in campo diagnostico e terapeutico per la patologia mammaria. Le Breast Unit garantiscono una più lunga sopravvivenza e una migliore qualità di vita, garantiscono la riduzione della mortalità globale da tumore mammario. ( UNA DONNA COLPITA DA TUMORE AL SENO SECONDO GLI STUDI INTERNAZIONALI, SE VIENE PRESA IN CARICO IN UNA BREAST UNIT HA IL 20% DI PROBALITA’ IN PIU’ DI SOPRAVVIVERE) Questo può essere considerato il più grande successo ottenuto nella storia della medicina per la cura delle malattie oncologiche.”
  • La Breast Unit ha un ruolo fondamentale, dunque nel sostegno della donna colpita dal cancro? “Si certamente sopratutto  per diffondere una diversa cultura della malattia oncologica, che va dalla promozione del Codice Europeo contro il cancro, all’insegnamento e alla diffusione di tecniche che portino verso una diagnosi della malattia il più precoce possibile. La Breast Unit è di fondamentale importanza per affrontare l’iter della malattia con serenità, per abbattere i molti ostacoli psicologici che colpiscono le donne affette da tumore al seno. Riduce la disomogeneità dell’assistenza con aumento delle garanzie sulla qualità delle prestazioni, senza discriminazioni territoriali, azzerando le diseguaglianze sociali. Una Breast Unit oltre all’effetto principale di aumentare la sopravvivenza, abbrevia i tempi degli interventi, aumenta in maniera significativa il numero di interventi conservativi, evita alla donna di cadere nell’errore inconsapevole di affidarsi a strutture non adeguate, attraverso suggerimenti di “corridoio” o su ricerche sbagliate su internet, si evita inoltre la dispersione importanti per le attività di ricerca.
  • La Breast Unit è un gruppo di persone che lavorano in sinergia? “Assolutamente! In questo campo il lavoro di squadra è fondamentale perché una Breast Unit possa raggiungere questi risultati, cioè un panel multidisciplinare di medici dedicati, che possono garantire attraverso l’unione delle diverse competenze, professionalità, esperienze e oserei dire passione e devozione, l’utilizzo appropriato delle terapie migliori, che sono spesso molto costose per il Servizio Sanitario Nazionale e, se mal utilizzate possono indurre severe tossicità alle pazienti. In conclusione solo una Breast Unit può garantire alle donne la certezza sulla qualità dell’offerta sanitaria, con riduzione degli sprechi e ottimizzazione delle risorse.”

Marina Cozzo

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