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Fiumicino, monitoraggio dei rifiuti galleggianti: ecco i risultati

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Nei giorni scorsi si è svolta la seconda uscita per il monitoraggio dei rifiuti galleggianti, attraverso la navigazione dell’ultimo tratto del fiume  Tevere, nel Comune di Fiumicino.

L’operazione rientra nel progetto “s.o.s rifiuti marini” portato avanti dalla onlus “Creature del mare” di Roma, che si occupa di tutela ambientale e animale, con particolare attenzione all’ecosistema marino.

Il progetto, seppur non si avvalga di alcun tipo di finanziamento, negli ultimi due anni ha visto i biologi dell’associazione caratterizzare i macro rifiuti presenti sugli arenili dei principali Comuni costieri del Lazio.

Il fine è quello di incrementare i dati sul grave problema del “marine litter”, sulla base della Direttiva dei Rifiuti e la Strategia Marina, e di sensibilizzare il grande pubblico, rendendolo parte attiva del progetto attraverso il metodo della “Scienza – Cittadino”.

È possibile infatti raccogliere e inviare dati da parte di chiunque effettui giornate ecologiche di pulizia arenili o monitoraggi in acqua, attraverso l’utilizzo di una applicazione gratuita, creata appositamente dall’associazione.

L’indagine, spiega il presidente della onlus, la biologa naturalista Valentina Braccia, si sta ora ampliando all’individuazione dei principali “hot spots” di accumulo dei rifiuti galleggianti, che dal fiume inevitabilmente finiranno in mare o resteranno incastrati tra la ricca vegetazione ripariale, causando non pochi danni alla fauna dell’ambiente umido.

Come per la prima uscita, la risalita del fiume è stata possibile grazie alla collaborazione con la Lega Navale Italiana, Sezione di Pomezia (Rm), che ha nuovamente messo a disposizione una delle proprie imbarcazioni.

“Nella prima uscita, svoltasi a Novembre 2018 – spiega la biologa – abbiamo navigato per circa 12 miglia, registrando 74 punti principali di accumulo lungo le sponde, in media uno ogni 250 metri. Nella seconda uscita, percorrendo il fiume sempre in risalita, sono state registrate 19 zone di accumulo, a testimonianza di come la situazione possa variare. Variano poco invece le tipologie di rifiuti, con la prevalenza di bottiglie e buste di plastica, pezzi di polistirolo, oggetti metallici, flaconi, reti, indumenti ecc.”

“Durante la navigazione – prosegue la biologa – abbiamo anche effettuato attività di “bird watching”, avvistando lungo un percorso di 6 miglia ben 14 specie di uccelli, oltre a testuggini palustri e nutrie. I nuovi dati raccolti sui rifiuti galleggianti, oltre ad incrementare la mappa interattiva creata dalla onlus, sono fondamentali per verificare la fattibilità di un progetto proposto dalla Recycled Island Foundation alla foce del fiume Tevere. Tale progetto prevede l’utilizzo di dispositivi quali trappole per rifiuti (realizzati interamene in plastica riciclata), che recuperano i rifiuti galleggianti che verranno  poi analizzati, divisi, riciclati e riutilizzati, così come già effettuato in località estere come a Rotterdam, in Olanda”.

 

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