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Pomezia, cavalcavia “pericolante” sulla Pontina: la gente continua ad usarlo, da Astral e Comune nessuna notizia

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Sono passati quasi tre mesi dalla chiusura del ponte pedonale sulla SR148 Pontina nel territorio di Pomezia, all’altezza di Via Carlo Poma, ma ad oggi non c’è ancora alcuna traccia di interventi da parte di Astral, l’ente che ne detiene la gestione.

La struttura infatti è stata definita “pericolante” ma nonostante ciò continua ad essere utilizzata da incauti avventori i quali, per necessità o imprudenza, continuano ad attraversarlo.

A quanto ci risulta nessuna iniziativa è stata posta in essere nemmeno dal Comune di Pomezia: premesso che la competenza non sia dell’ente è inaccettabile, sponda amministrazione, continuare ad ignorare una situazione potenzialmente pericolosa per la pubblica incolumità causata da un ponte comunque ricadente sul territorio pometino; e questo sia per i pedoni ma anche per le centinaiua di vetture che ogni giorno transitano sulla Pontina al di sotto del cavalcavia pedonale.

La cronostoria della vicenda

Il 10 agosto scorso l’Astral, l’ente regionale che detiene la gestione della Pontina, ha firmato un’ordinanza con la quale disponeva la chiusura del cavalcavia in corrispondenza di Via Carlo Poma. “Nel corso di ispezioni sulla viabilità l’impresa competente […] segnalava uno stato di diffuso ammaloramento del cavalcavia pedonale in ferro”; “nello specifico, l’opera presenta aree del piano di calpestio completamente ossidate, come dimostrato anche da un saggio effettuato sotto la guaina di protezione che ha scoperto un’area totalmente disgregata” .

Insomma un quadro per nulla rassicurante reso ancor pià grave, appare evidente, dal trascorrere del tempo. Per tale motivo Astral ne ha disposto la chiusura immediata fino al termine dell’attività “di verifica e manutenzione”.

Il problema è che, ad oggi, 5 novembre 2018, la situazione è rimasta pressoché la stessa e nessun intervento è stato fatto.

Non solo. Essendo il ponte pedonale l’unico modo per raggiungere la parte opposta della Pontina in molti, evitando la recinzione, continuano ad usare il ponte con evidente stato di pericolo per la pubblica incolumità. E la foto in evidenza lo dimostra.

La protesta di pendolari e residenti: “La nostra vita è diventata un incubo”

Il ponte, come è facile intuire, ha un peso sulla vita di centinaia di persone di Pomezia e non che tutti i giorni devono affrontare disagi per portare i figli a scuola o prendere gli autobus. “Per tutti noi l’unica soluzione per attraversare la pontina è passarci sotto e fino qui ci siamo”, ci raccontano i residenti. “Peccato che per far ciò ci si impieghino circa 30/40 minuti percorrendo i tratti di strada in questione, peraltro senza dei marciapiedi, con i soliti piloti al volante tronfi di sé ed incuranti dei pedoni”.

I rischi per chi ci passa sopra…e sotto

Le transenne poste ai due ingressi della struttura, come visto, non impediscono l’accesso agli avventurieri di turno che non vogliono fare il giro o più semplicemente non hanno tempo. Per i più coscienziosi in realtà il dubbio è solo fra quale sia il rischio più alto: tentare la sorte sul ponte pericoloso o rischiare di finire investiti al di sotto della Pontina? Il risultato è che il via vai sul cavalcavia chiuso, in un modo o nell’altro, sta continuando.

A distanza di tre mesi le non risposte sono sempre le stesse: “Abbiamo scritto e telefonato all’Astral, al Comune, ai Vigili del Fuoco, non ottenendo alcunché. Sembrava che i lavori dovessero iniziare a fine agosto ma, ad oggi, nessuno si è visto”, protestano i cittadini.

Tante, di conseguenza, le domande che restano in sospeso: se il ponte è ammalorato – accusano dalla zona – non è pericoloso anche per chi ci passa sotto? Dobbiamo aspettare che succeda qualcosa per attirare l’attenzione o dobbiamo metterci tutti per strada a bloccare la pontina? Possibile che si senta dire in giro soltanto la frase “non è di mia competenza”?

Da Astral nessuna notizia

Il comitato di quartiere di Via Pisacane continua a far sapere di aver provato a contattare Astral in ogni modo ma di non aver ottenuto alcuna risposta. Anche la nostra redazione, ricorderete, aveva provato ad ottenere informazioni ma invano: attraverso il canale Twitter dell’azienda, Astral dichiarava solo di “ non aver ancora comunicazioni ufficiali al riguardo”, non fornendo tuttavia ulteriori dettagli.

Una PEC era stata dunque da noi inoltrata all’ufficio stampa ma al momento è arrivata soltanto una laconica promessa – “a breve vi faremo sapere” – a cui purtroppo non è stato dato seguito.

 

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