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Pomezia, impianto Via Trieste, Latium Vetus: «Comune ha già dato due pareri favorevoli»

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Non si placa il dibattito intorno al nuovo impianto di rifiuti che dovrebbe sorgere a Pomezia in Via Trieste. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, che hanno diviso il mondo della politica, un’importante associazione del territorio, Latium Vetus, esce allo scoperto per far sentire la propria voce. Il gruppo presieduto da Giacomo Castro, da sempre in prima linea per la salvaguardia del territorio, prende anzitutto le distanze proprio dai contrasti sorti tra maggioranza e opposizioni definiti “grotteschi e inaccettabili”. 

Ma il bersaglio principale resta il Comune di Pomezia: «Perché l’ente locale ha rilasciato ben due pareri favorevoli tra il 2016 e il 2017 (giunta Fucci) nel silenzio più assoluto?», sibila Castro. Ecco dunque il comunicato di Latium Vetus.

«Pomezia rischia la realizzazione in zona via Naro – per la precisione in via Trieste – di un impianto di smaltimento e recupero di rifiuti con una capacità di messa in riserva di circa 206.148 tonnellate/anno. Si tratta dello stoccaggio di un quantitativo di rifiuti enorme, pari a circa tre volte quello della ‘Eco X’ (il cui stabilimento di Pomezia venne distrutto da un incendio il 05 maggio 2017)», si legge nella nota poc’anzi diramata.

Un progetto, sostiene, Latium Vetus, assolutamente incompatibile con il tessuto della città di Pomezia. «Si tratta a nostro avviso di un progetto, quello presentato dalla Intereco Servizi S.r.l. di via Trieste, assolutamente insostenibile per il nostro territorio sotto numerosi punti di vista in particolare l’ambiente e la salute, in un territorio che ha “già dato” in termini di impatti ambientali e sul quale gravano molte altre proposte e progetti di impianti legati al ciclo dei rifiuti. Cosa ha fatto il Comune per difendere i cittadini da tutti gli innumerevoli progetti di impianti legati al ciclo dei rifiuti che, cosi come denunciato da anni, stanno proseguendo i loro iter e la cui realizzazione potrebbe essere autorizzata a Pomezia?»

Impianto di Via Trieste a Pomezia: quelle «distanze minime» che gridano vendetta…

Il gruppo presieduto da Giacomo Castro ne approfitta poi per togliersi qualche “sassolino dalla scarpa”. Il riferimento, inevitabile, non può che andare alle ben note distanze minime bocciate dal M5S due anni fa. Con l’approvazione di quella modifica al regolamento comunale di fatti, respinta «per problemi tecnici», tutto questo si sarebbe potuto evitare. 

«Nel 2017 il consiglio comunale di Pomezia – prosegue infatti il comunicato – bocciò la proposta delle associazioni per l’introduzione nel Regolamento edilizio delle distanze minime degli impianti impattanti da case sparse e centri abitati. Il Comune poteva allora risolvere l’insorgenza di questi impianti ma non lo fece. Dello stesso tenore, oggi, il “tira e molla” politico a cui assistiamo noi cittadini fra la maggioranza in consiglio comunale guidata dal Movimento 5 stelle di Pomezia e l’intera opposizione, prima, e le associazioni, poi, è qualcosa di grottesco ed inaccettabile, che sta facendo passare in secondo piano l’emergenza legata a tutti i progetti in corso di approvazione».

I pareri favorevoli rilasciati dal Comune di Pomezia. Latium Vetus organizza assemblea pubblica

Quindi un affondo proprio al Comune di Pomezia. «Ma c’è di più – si legge – Ben lontano dall’essere contrastato dal Comune di Pomezia, l’impianto della Intereco Servizi S.r.l. di via Trieste ha ricevuto tra il 2016 e il 2017 tutti i permessi favorevoli dall’ente locale ed oggi ha già iniziato ad accatastare nello spiazzale aperto a ridosso della strada rilevanti quantitativi di carta e plastica».

«L’iter progettuale dell’impianto di via Trieste iniziò infatti nel luglio 2016, senza che cittadini e associazioni ne fossero a conoscenza. Fu proprio il Comune di Pomezia – all’epoca guidato dal Movimento 5 Stelle e dalla giunta Fucci – a convocare la conferenza di servizi (riunione fra le pubbliche amministrazioni competenti al rilascio dei pareri) e a rilasciare ben due pareri favorevoli (quello urbanistico e quello relativo all’impatto acustico). Ciò che non fece il Comune di Pomezia, fu poi fatto dalla Città metropolitana di Roma – guidata da Virginia Raggi e dall’allora vicesindaco metropolitano Fabio Fucci, proprio il sindaco di Pomezia. La Città metropolitana, infatti, rilasciò nel 2017 il parere favorevole relativo alle emissioni in atmosfera ed infine il 04 ottobre 2017 approvò l’autorizzazione unica ambientale per la messa in esercizio dell’impianto – si badi bene, in assenza della valutazione di impatto ambientale, che invece per legge era necessario acquisire!».

«L’obbligo di acquisire la valutazione di impatto ambientale è stato definitivamente ribadito il 21 novembre scorso dalla Regione Lazio: in questa fase quindi i cittadini e le associazioni hanno la facoltà di presentare proprie osservazioni alla Regione per evidenziare tutte le criticità inerenti questo progetto.
Associazione Latium Vetus non farà mancare il proprio apporto – cosi come già avvenuto per la difesa del vincolo paesaggistico di Torre Maggiore e dell’agro di Pomezia ed Ardea – e presenterà alla Regione osservazioni contrarie all’impianto unitamente alle altre realtà associative (ad oggi il C.d.Q. di via Naro, l’Associazione Tyrrhenum e il gruppo “Cittadini No Biogas Pomezia”)».

«Tali osservazioni saranno illustrate in una ASSEMBLEA PUBBLICA DOMENICA 10 FEBBRAIO 2019 alle ore 10.30 presso il casale Bravaccini in via Busto Arsizio 02 (traversa di via Naro).
Chiediamo a tutte le associazioni, a tutti i CdQ di Pomezia e a tutti i cittadini di presenziare all’incontro e di sottoscrivere le osservazioni nell’intento comune di contrastare un impianto potenzialmente molto dannoso per il nostro territorio».

Associazione Latium Vetus

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