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Fa da basista per le rapine in villa con la banda di rom senza scrupoli: custode si suicida dopo essere stato scoperto

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carabinieri

Hanno sequestrato i proprietari in casa, li hanno rapinati e poi hanno dato fuoco all’abitazione. Una serata di terrore quella dell’11 luglio scorso vissuta da una facoltosa coppia di imprenditori romani, che  si trovavano nella loro villa di Aprilia. C’è voluto più di un anno, ma questa mattina all’alba a Vetralla (VT), Montefiascone (VT), Bologna (BO), Acilia (RM) e Fiumicino (RM), i militari della Sezione Operativa del NORM del Reparto Territoriale di Aprilia hanno dato  esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare su richiesta del Pubblico Ministero presso la locale Procura della Repubblica, dott.ssa Daria Monsurrò, nei confronti di 6 persone (3 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) ritenute responsabili, a diverso titolo, dei reati di rapina in abitazione in concorso, sequestro di persona aggravato e danneggiamento seguito da incendio.

Violenta rapina ad Aprilia: 6 arresti all’alba

Il provvedimento cautelare scaturisce a conclusione delle risultanze acquisite dalla citata Sezione Operativa, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “OASI”, che ha avuto inizio a seguito dell’efferata rapina con conseguente sequestro di persona commessa, l’11 luglio 2020, ad Aprilia (LT), in pregiudizio di una coppia di coniugi titolari di attività imprenditoriali immobiliari in provincia di Latina e Roma. In quel caso, una coppia di coniugi è stata sorpresa presso la propria abitazione, in via della Cogna n. 5, da cinque individui travisati che, dopo aver legato con alcune  fascette i coniugi e un custode cingalese hanno portato via denaro, preziosi e una pistola Glock legalmente detenuta dal proprietario di casa.

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Efferata rapina ad Aprilia: le indagini

La dinamica della rapina si è sviluppata in due fasi: mentre due dei cinque rapinatori si sono trattenuti presso la tenuta a sorvegliare le vittime, altri tre, con l’autovettura rapinata alla coppia, successivamente data alle fiamme, si sono recati presso l’abitazione romana delle vittime, in via Basento: qui hanno asportato dall’interno di una cassaforte gioielli del valore complessivo di circa 20.000 euro, un orologio del valore di circa 1.500 euro e denaro contante ammontante a circa 6.000 euro.

Il dispositivo di video sorveglianza installato all’interno dell’abitazione (con registrazione video e audio) ha permesso di accertare come i rapinatori rimasti presso la villa e quelli  andati a Roma avessero avuto contatti telefonici proprio durante le fasi della rapina. Sulla base di questo primo elemento investigativo, è stata avviata una minuziosa indagine  grazie alla quale  sono state estrapolate alcune utenze verosimilmente utilizzate dai rapinatori e soprattutto sono emersi i contatti  fra dette utenze  ed il guardiano, grazie alle quali  si accertavano stretti contatti con un connazionale residente nella zona di Acilia.

Nel mirino un gruppo di malviventi rom

Lo sviluppo della manovra investigativa ha permesso, attraverso una puntuale attività di analisi dei flussi di comunicazione, di individuare un gruppo di malviventi gravitanti nell’alto Lazio, in particolare nel viterbese. La ricostruzione delle dinamiche di relazione tra le utenze emerse, ha consentito di comprendere come il custode (che è stato accertato frequentare pregiudicati locali, nonché fare uso di stupefacenti) avrebbe svolto il ruolo di basista, mentre la rapina sarebbe stata materialmente perpetrata da una batteria di rapinatori con l’ausilio di un altro cingalese  residente nella zona di Acilia.

La collaborazione con i militari del Nucleo Investigativo di Viterbo e la visione dei sistemi di video sorveglianza del luogo ove era stata consumata la rapina ha consentito di identificare inizialmente E.R., pregiudicato noto alle forze di polizia operanti in quella provincia e successivamente i rimanenti  complici in E.A., D.C.A. , B.R. e D.C. tutti di etnia Rom legati fra loro da legati da vincoli di parentela. Grazie a questi riscontri investigativi è partita una attività tecnica che si è avvalsa anche della collaborazione del Raggruppamento CC Investigazioni Scientifiche di Roma, Sezione di  Fonica, Audiovideo e Informatica   al fine di  comparare le voci  acquisite dai sistemi di video registrazione  con quelle reali,  le cui immagini sono state nitidamente  esaltate  al fine di ottenere  una  comparazione  univoca con gli indagati.

Il suicidio del badante ‘basista’

Nel corso dell’indagine, in data 9 marzo 2021, durante una perquisizione delegata dalla Procura di Latina presso il Golf Club della famiglia rapinata a carico del custode cingalese,  nei confronti del quale oltre a rinvenire armi e droga erano emersi gravi indizi di reità in ordine al suo ruolo di basista simulando  di essere parte offesa della rapina, l’uomo si è barricato dentro una stanza suicidandosi con l’esplosione di un colpo di arma da fuoco alla tempia. E’ apparso evidente che il gesto del custode era dovuto all’onta di essere riconosciuto come uno dei colpevoli   a fronte della fiducia che gli era stata concessa dalla famiglia rapinata. Il G.I.P., concordando pienamente con tutte le risultanze investigative prodotte dalla Procura di Latina  che a sua volta concordava con le indagini condotte dalla Sezione Operativa del NORM del Reparto Territoriale di Aprilia emetteva le misure custodiali oggetto dell’odierna operazione.

 

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