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Genazzano, i rifiuti e un possibile referendum: una storia di provincia

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La materia “Rifiuti” non conosce ampiezze territoriali: in un piccolo centro di provincia dà di che discutere tanto quanto in una grande città, almeno sotto l’ aspetto della passione argomentativa e della querelle politica – amministrativa tra le diverse formazioni che in quel dato contesto rappresentano cittadino si fronteggiano.
Oggi ci occupiamo di quanto sta accadendo a Genazzano, dove l’ Amministrazione del sindaco Fabio Ascenzi, nel Consiglio comunale svoltosi il 31 luglio 2018, ha approvato l’ adesione del Comune al consorzio “Minerva”; deliberato fortemente osteggiato dall’ opposizione, “Uniti per Cambiare”, che sta maneggiando tutti gli strumenti normativi (costituzionalmente riconosciuti) per predisporre un futuro diverso in tal ambito per la cittadina prenestina.

Lo Statuto Comunale di Genazzano – ricordiamo che prevede – all’ articolo 38 comma 4, l’ istituto referendario per determinate e precise fattispecie (come da normativa vigente), tanto che “Uniti per Cambiare” – con i consiglieri comunali Anna Rueca (Capogruppo), Fidel Romano, Valentina Perini e Francesco Petrucci -, con il supporto di moltissimi del coordinamento esterno, anzitutto Francesco Mosca, sta movimentando una petizione popolare che, il prossimo 23 settembre, si concluderà con un grande evento di piazza.

Il termometro politico misura già temperature piuttosto elevate (è da poco iniziato il corrente settembre 2018)! Che succederà a primavera, quando si voterà per il rinnovo del Consiglio comunale di Genazzano (consiliatura 2019 – 2024)? E’ impossibile saperlo oggi; di certo narreremo i fatti più importanti che si succederanno; i quali scriveranno (comunque) pagine di storia contemporanea genazzanese.

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