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Giovanni Floris ha presentato il suo libro a Velletri

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Giovanni Floris seduto

Il pomeriggio di giovedì 20 ottobre è stato allietato dal carisma del giornalista, scrittore e presentatore Giovanni Floris. Lo stesso si è recato a Velletri, presso l’Auditorium della Casa delle Culture e della Musica, per presentare il suo nuovo romanzo. Il titolo  è” Il gioco“, edito Solferino

 Giovanni Floris: chi è, età, carriera

Giovanni Floris è un giornalista, scrittore, saggista, autore televisivo, conduttore televisivo ed ex conduttore radiofonico italiano. Conduce dal 2014 il programma televisivo Dimartedì su LA7. Ha condotto Ballarò su Rai 3 ed è stato corrispondente dagli Stati Uniti d’America.

Sardo, di 54 anni, ora vive e lavora a Roma. Tra i suoi libri troviamo anche ” L’ultimo banco”, con tematiche simile all’opera attuale, “Il giorno dei morti”, “L’ultimo Golpe”. Questi solo per citarne alcuni.

Trama del libro

Quando Rossella Catrambone, studentessa modello, scompare, è inevitabile che i sospetti si appuntino sui due ripetenti bulli dell’ultimo banco: Mansur detto Momo, italiano di seconda generazione, e Francesca, colonna dell’estrema destra del quartiere periferico di Torre Bruciata.

I sospetti della polizia, si intende, ma non quelli del loro professore di lettere, Paolo Romano, che decide di aiutarli a scoprire la verità (e a restare fuori dalla galera).

Ma i giorni passano, la ragazza non ricompare e si accumulano indizi inquietanti quanto stranamente letterari: una pista porta a Edgar Allan Poe, una a Giordano Bruno, una ai surrealisti… intanto, il professor Pastore, il complottista della scuola, è convinto che la chiave di tutto sia nascosta nei sotterranei del Vaticano e, quel che è peggio, lo dice in televisione.

È solo l’inizio di una pericolosa caccia al tesoro a cui i tre saranno costretti a giocare in compagnia di strani alleati: una preside favorevole alle droghe sintetiche e un bibliotecario ex criminale. Li salveranno i libri, o sono proprio le parole a uccidere?

Un giallo, un complotto, una commedia dal ritmo incalzante, un percorso scanzonato ma ricco di cultura tra le pagine, il pensiero e gli autori di un secolo di letteratura: questo romanzo multiforme è in se stesso un gioco. Libero, appassionato e imprevedibile, perché i libri non finiscono mai di sorprendere.

Tematiche ricercate nel libro

Giovanni Floris ha voluto scrivere un altro libro sulla scuola perchè si è arrivati ad un punto in cui noi non crediamo più in alcun autorità. “Ma dobbiamo rispettare l’autorità dei professori a scuola”, così ha più volte ribadito l’autore nel corso della sua presentazione. 

Ormai l’ignoranza dilaga, anche se lui non l’ha detto espressamente, e siamo sempre più dipendente dai social network nella ricerca delle informazioni. Ecco perchè, ancora una volta, bisogna affidarci alla conoscenza dei docenti delle scuole medie e superiori. Loro, in qualche modo, sono i detentori della cultura, della verità. Al contrario del web che è intriso di retorica e di fake news. 

Ma non solo. I professori hanno anche un altro ruolo fondamentale: quello di educare i ragazzi, di essere per loro un punto di riferimento. Svolgendo così quel compito che molto spesso le famiglie non ricoprono. Un po’ per ignoranza, un po’ per mancanza di tempo. 

Proprio per questo, Floris ha ribadito sempre più convinto che ” i professori andrebbero pagati di più, altrimenti si arrabbiano e insegnano male”. Il tono era a metà tra il serio e l’ironico. Certo è che la situazione degli insegnanti italiani è ancora molto precaria e il malcontento è sempre in vista, fra trasferimenti tra nord e sud e ruoli precari che possono durare anche decenni. 

Il libro termina con un  finale aperto, perchè come lui ha spiegato “il gioco è una ricerca. E la ricerca non finisce mai”. Egli è appassionato di gialli, di horror, soprattutto, e questo gli ha permesso di scrivere un’opera che indagasse la realtà delle cose, andasse alla ricerca della verità di ciò che ci circonda. Ed ha usato la metafora del gioco, intrecciata alla letteratura, per farci comprendere quanto la cultura sia in bilico in un Paese che ne è la culla. 

 

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