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Pomezia, appalto mensa scolastica a colpi di ricorsi: il servizio resta a “Solidarietà” e “Vivenda”

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Saranno le società consorziate “Coop Solidarietà e lavoro” e “Vivenda Spa” a gestire definitivamente, almeno fino alla fine del contratto, il servizio di mensa scolastica a Pomezia. A deciderlo il Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso presentato dalle altre due consorziate – la “All Food” e la “Cooperativa Centro” – che avevano partecipato e si erano aggiudicate la gara di appalto del Comune di Pomezia il 15 settembre 2014.
La vicenda era finita in tribunale a causa del ricorso al Tar da parte dell’associazione temporanea d’imprese costituita dalla “Coop Solidarietà e lavoro” e “Vivenda Spa”, che chiedevano l’annullamento dell’aggiudicazione della gara e l’automatica assegnazione del servizio agli sconfitti, che avevano gestito la mensa fino a quel momento.
Il Tar inizialmente aveva dato via libera all’appalto diventato famoso come quello “delle merendine”, con un doppio menù che prevedeva un costo differente a pasto a seconda che si scegliesse di avere o no il dessert, nel quale si stabiliva che il servizio fosse gestito dalla “All Food” e dalla “Cooperativa Centro” per tre anni, a un costo di 2,3 milioni di euro l’anno, ma successivamente aveva accolto il ricorso di “Coop Solidarietà e lavoro” e “Vivenda Spa”, congelando il risultato della gara e consentendo la ripresa del servizio alle ditte ricorrenti.
Decisione ovviamente contestata da “All Food” e “Cooperativa Centro” – ricordiamo che si tratta di un appalto che sfiora i 7 milioni di euro totali – che hanno deciso di ricorre in appello al Consiglio di Stato.
E ora arriva il rigetto del ricorso, che blocca le polemiche di questo appalto, che prevedeva due tipi di menù, uno al costo di 4,39 euro, per un pasto comprensivo di dolcetto, e uno a 3,98 euro, senza però il dessert. Una differenza di costo, ma soprattutto di trattamento per i bambini – 5000 i pasti giornalieri previsti – le cui famiglie avevano la necessità di risparmiare.
Sulla vicenda scoppiò un caso nazionale, con strumentalizzazioni e contestazioni a cui i giudici hanno messo la parola fine, almeno fino alla prossima puntata in tribunale.

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