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Pomezia, dipendenti delle mense scolastiche senza stipendio dal 10 novembre: a rischio il servizio

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65 lavoratori a rischio stipendio per questo mese. Sono i dipendenti del servizio mensa scolastica del Comune di Pomezia che lavorano per la cooperativa Solidarietà e Lavoro, che insieme alla All Food attualmente si occupa dei pasti nelle scuole del territorio.
“Ieri – ha dichiarato una dipendente – la ditta ha comunicato al nostro rappresentante sindacale che il 10 novembre non ci verrà pagato lo stipendio perché il Comune non ha liquidato le fatture relative al servizio svolto”.
Ma l’amministrazione comunale ribatte che “le fatture corrette sono state tutte pagate. Restano da saldare invece tutte quelle errate o non chiare, per le quali è stato richiesto un nuovo invio in forma corretta per poter procedere”.
Le determine di liquidazione potranno infatti essere firmate solo al ricevimento delle fatture corrette: per questo gli uffici hanno rimandato indietro i documenti sui quali occorreva fare verifiche, con richiesta di chiarimenti.
“Noi non sappiamo chi abbia ragione e chi torto tra il Comune e la ditta – hanno affermato i lavoratori – e neanche ci interessa molto: quello che invece sappiamo bene è che senza stipendio non riusciremo a mangiare. Già prendiamo tra i 500 e i 600 euro al mese, cifra che ci fa fare i salti mortati per arrivare alla fine del mese, ma che addirittura non ci paghino per le loro beghe a noi non sta bene. Qui si spendono un sacco di soldi per i ricorsi in tribunale per tutte le beghe legate al contratto, ma poi non ci sono quelli per pagare i dipendenti”.
“Questo mese – proseguono – ci aspettavamo anche i soldi relativi ai pochi straordinari che ci hanno fatto fare per le pulizie straordinarie – lo “sgrosso” – dei plessi. E, a proposito di questo, vorremmo chiarire che il tempo che ci hanno dato per farlo, dalle 3 alle 4 ore, non è certo sufficiente per questo tipo di servizio”.
La disperazione dei lavoratori al pensiero di non ricevere lo stipendio è tanta. “Se il 10 non ci pagheranno, faremo sicuramente qualche forma di protesta, anche se ancora non abbiamo idea di cosa e come, ma non escludiamo nulla, dalla presidio in piazza allo sciopero del servizio. Chiediamo aiuto a tutti coloro che possono intervenire in questa vicenda: alla ditta, al Comune e anche alla stampa: di quei pochi soldi che guadagniamo abbiamo un bisogno assoluto”.

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