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Assegno Unico 2022 per beneficiari Reddito di Cittadinanza, come funziona e come fare domanda: le istruzioni dell’Inps

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Assegno Unico 2022, come funziona? Per quanto riguarda chi sta già usufruendo del Reddito di Cittadinanza è molto semplice: non deve fare assolutamente nulla. Come spiegato direttamente dall’INPS, chi è titolare del RdC non deve presentare ulteriori domande per ricevere l’assegno unico, perché le due misure sono assimilabili e tra esse c’è piena compatibilità. L’INPS ha pertanto comunicato che il pagamento dell’Assegno unico verrà stanziato in automatico sulla stessa carta del Reddito di Cittadinanza. Ci sono però alcune novità, vediamo quali.

Assegno unico: tutte le novità

L’Assegno unico, per chi percepisce il Reddito di Cittadinanza, viene regolamentato dalla Circolare n. 23 del 9 febbraio 2022 emanata dall’Inps. Ed è proprio questa circolare a chiarire che i percettori del RdC e hanno diritto di ricevere il nuovo Assegno unico non hanno bisogno di fare nulla: non bisogna quindi presentare una nuova domanda, sono sufficienti i dati in possesso all’Ente.

A partire dal mese di marzo l’assegno temporaneo verrà sostituito dall’Assegno unico. Già dal 1° gennaio 2022 uno dei due genitori, oppure il tutore o il figlio maggiorenne fino a 21 anni, può inoltrare la richiesta all’INPS per ricevere i primi pagamenti. Ma chi è titolare di reddito di cittadinanza è esentato da questo adempimento.

Assegno unico 2022: quali sono gli importi?

L’importo dell’Assegno unico 2022 non è una cifra fissa, ma è un calcolo che si basa su due quote:

  • la prima è una cifra variabile progressiva che va da un minimo di 50 euro a un massimo di 175 euro per ciascun figlio minore, se si ha un ISEE fino a 15.000 euro, a cui devono aggiungersi eventuali integrazioni in presenza di specifici requisiti;
  • delle maggiorazioni per il nucleo familiare con ISEE fino a 25.000 euro che nel corso del 2021 ha percepito gli assegni al nucleo familiare per figli minori e, considerando anche il valore medio delle detrazioni fiscali, subirebbe delle perdite con il nuovo sistema.

C’è poi una seconda quota, che viene riconosciuta fino al 2025. Questo importo si riduce gradualmente nel tempo. Per essere precisi, sarà intero il primo anno, per diventare di 2/3 nel 2023, decurtarsi a 1/3 nel 2024 e per i mesi di gennaio e febbraio 2025.

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