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Asset digitali e nuovi paradigmi dell’online banking

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Lo scorso anno ha segnato un momento di cambio significativo nel modo in cui le istituzioni hanno deciso di guardare agli asset digitali. Questo è dovuto anche al terremoto creato dalla pandemia che ha costretto le banche a rivedere i loro modelli di business, in parte a causa della spinta fornita dalle Banche Centrali in tal senso.

La narrativa che gira intorno alle criptovalute si è modificata anch’essa: sia per gli investimenti fatti in questo settore da Millenial e generazione Z sia per il fatto che il 36% degli investitori istituzionali (per esempio Family offices, Venture Funds, Hedge Funds e Fondazioni) in Europa e negli Stati Uniti hanno già fatto investimenti in cripto valute. La crescita degli investimenti in crypto è anche dovuta all’interesse dimostrato verso gli stessi da società nelle liste di Fortune 500 e Fortune 100 in US e da grandi compagnie in Europa e Cina.

Le istituzioni stanno aumentando la loro esposizione in asset digitali

Abbiamo detto che molte aziende, anche tra quelle comprese nelle liste di Fortune 500 e Fortune 100, hanno ormai investito in crypto e questi asset sono per lo più in custodia presso Broker in US. Chi invece non ha ritenuto di investire direttamente lo ha fatto usando ETPs (Exchange-Traded Products basati su crypto) che si possono già trovare sul mercato azionario in Canada e Europa.

La buona notizia però è che questo ottobre 2021 la Securities and Exchange Commission (SEC) in US ha approvato un ETF (Exchange Traded Fund) basato su criptovaluta e questo apre un mondo di nuove opportunità per gli investitori e per il sistema finanziario in genere. L’attesa per questa approvazione è stata lunga : la commissione aveva infatti già respinto a più riprese, a partire dal 2013, applicazioni per la creazione di ETF in crypto ma, poichè le richieste in tal senso sono aumentate vertiginosamente dal 2017 ad oggi, la SEC si è decisa ad approvare un ETF legato a futures sui Bitcoin.

Questo è particolarmente importante per gli investitori istituzionali che possono convertire i loro prodotti trust in ETFs con una più agevole possibilità di scambio a un prezzo più competitivo.

In buona sostanza il 2021 e, riteniamo, il 2022, sembrano anni ideali per investire in crypto grazie all’opportunità che gli investitori hanno di acquistare criptovalute attraverso diversi sistemi: online banking, Fintech Apps, Online trading apps e Online Currency exchanges, nonchè crypto exchanges centralizzati e decentralizzati. E questo indipendentemente dal luogo in cui si risiede.

D’altro canto rileviamo come il venture capital stia investendo molto in progetti crypto, spesso acquisendo un gran numero di Token prima ancora che il progetto divenga pubblico e intraprenda un processo di vendita dei Token stessi sul mercato di riferimento.

In particolare quest’ultimo anno ha visto la diffusione della “tokenizzazione” di asset finanziari esistenti, nella quale tali asset entrano nella blockchain come security token. Grazie a questo il passaggio di proprietà di asset digitali è divenuto più rapido generando una maggiore liquidità di mercato per gli asset digitali stessi.

Conclusioni

Il mondo crypto diviene ogni anno più importante e si sta sviluppando in un’industria diversificata con innovazione trasversale a diversi settori. La bellezza di questo mondo è che è aperto a tutti, senza differenze tra coloro che abbiano o non abbiano conti nel sistema bancario tradizionale, e questo ha dato il via a una crescita anche del FinTech con modelli di banking alternativi e più accessibili alla massa.

Nel mondo abbiamo infatti assistito alla nascita di società FinTech che offrono servizi analoghi a quelli offerti dal sistema bancario ma con maggiore flessibilità e costi inferiori per gli utenti, ferme restando le cautele applicate nella identificazione dei clienti e nell’applicazione delle normative antiriciclaggio.

Un imprenditore italiano, Daniele Marinelli, si è reso conto della opportunità generata da questa evoluzione di mercato e ha avviato il progetto di creazione di una Holding, DTSocialize Holding Ltd, basata in UK, all’interno della quale confluiscono due anime.

La prima, che ha dato l’avvio al progetto imprenditoriale, è un’anima tecnologica, rivolta alla protezione dei dati personali e alla creazione di app e di social media, che guardano al metaverso come al presente della comunicazione online. Usando queste tecnologie ed app gli utenti possono interagire in maniera sicura e guadagnare dai dati che rilasciano durante le interazioni digitali.

La seconda, ben più importante per la Holding, è l’anima finanziaria del gruppo e guarda a modi innovativi di offrire servizi analoghi a quelli di online banking garantendo alti standard di sicurezza ma una maggiore accessibilità per clienti posizionati in tutto il mondo, sul modello di altre già blasonate aziende che operano in modo analogo.

Le due realtà sono poi di fatto integrate tra loro in uno scambio di servizi al fine di creare una nuova a rivoluzionaria user experience anche per l’utilizzo di strumenti di pagamento da parte di chi ha poca dimestichezza con tali innovative modalità operative.

Per raggiungere l’obiettivo di imporsi nel mercato come Fintech, la Holding si è concentrata sull’acquisizione di EMI (Electronic Money Institution) in UK, assicurandosi, attraverso la sua Fintech DTSCB, appena andata online, e le varie aziende partner, la possibilità di offrire i seguenti servizi:

– emettere moneta elettronica

– distribuire e riscattare moneta elettronica

– versare e prelevare contanti su conto di pagamento

– eseguire operazioni di pagamento tramite conto (sia non coperto da linea di credito sia tramite linea di credito)

– emettere strumenti di pagamento o fare operazioni di pagamento

– effettuare rimesse di denaro

Tutto ciò con un occhio rivolto alle criptovalute con l’obiettivo di aggiungere a breve ulteriori servizi finanziari che offrano valore aggiunto agli utenti.

In un mondo dove alcune nazioni si sono già orientate verso la creazione di moneta digitale complementare alla Fiat, essendosi rese conto dell’importanza degli asset digitali, ci sembra che anche questo progetto possa inserirsi a pieno titolo come un esempio di quanto le iniziative private possano contribuire a far riflettere Banche Centrali e interi Stati sul valore e importanza dei cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo. E ci auguriamo che la nostra Italia possa divenire un esempio positivo a cui si guarda quando si tratta di gestione degli asset digitali.

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