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IMU, LE ALIQUOTE DI POMEZIA: PRIMA CASA SENZA AUMENTI, SECONDA CASA TASSA AL MASSIMO

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IMU prima casa senza aumenti, ma batosta per seconde case, terreni e tutti gli altri immobili che non siano fabbricati agricoli strumentali. La Giunta pometina ha infatti deliberato che la tassa resterà allo 0,4% (4 per mille) per le case di abitazione principale, portando al massimo la seconda aliquota, che arriva così all’1,06% (10,6 per mille). “Siamo stati costretti a ricorrere agli aumenti –  ha spiegato Antonio Maniscalco, assessore che fino alla scorsa settimana guidava gli uffici del settore finanziario – Non volendo toccare le prime case, ma dovendo comunque trovare le entrate necessarie, abbiamo deciso di rivedere l’aliquota della seconda casa, nonostante l’introito di questa venga diviso a metà con il Governo centrale”. Un provvedimento di certo impopolare, ma non solo: saranno infatti diverse le ricadute economiche, sia nel mercato immobiliare che nel commercio, oltre che nel mondo del lavoro. Molti proprietari di seconde case, che magari venivano solo nel periodo estivo, prima cercheranno di vendere il loro immobile, ormai troppo caro da mantenere (costa meno farsi una vacanza ai Caraibi), poi, non riuscendoci visto il periodo di crisi, proveranno a svenderlo, facendo crollare il mercato dei prezzi. I commercianti, invece, per far fronte alle nuove spese, potrebbero alzare i prezzi ai loro prodotti, con l’unico risultato di perdere una grossa fetta di clientela, che preferirà spostarsi nei numerosi centri commerciali dei Comuni vicini. Per finire, le fabbriche e le industrie, tra le quali già ora ce ne sono parecchie che minacciano chiusure, licenziamenti, riduzioni di personale e ricorsi agli ammortizzatori sociali, potrebbero aver trovato la scusa perfetta per dare esecuzione definitiva alle loro minacce, trasferendosi altrove, magari in quelle Regioni, come la Calabria, che offre incentivi a larghe mani, o – peggio ancora – all’estero. “Le cose non stanno proprio così – ha precisato Maniscalco –  basta vedere cosa hanno fatto gli altri Comuni, che non solo hanno aumentato le aliquote per le seconde case, ma anche quelle della prima abitazione”. Sarà, ma la situazione non è di certa rosea ed il timore è che a rimetterci saranno sempre gli stessi, perché ci sarà sempre, così come confermato dalla stessa Amministrazione comunale, chi non pagherà: attualmente la percentuale dei “morosi”, comprendendo anche le altre tasse comunali, pare si attesti al 50%. Gli accertamenti che stanno partendo dall’Adreani in questi giorni vedono infatti cifre evase che superano 2,5 milioni di euro per quanto riguarda la vecchia ICI e 11 milioni di euro per la TARSU. Ma, tornando agli aumenti, non c’era modo di ridurre ulteriormente le uscite, invece di ritoccare in questo modo le entrate? “No, abbiamo già tagliato tutto ciò che si poteva. L’unica altra alternativa era la riduzione nel sociale, ovvero nei servizi. E non credo che i cittadini vogliano vedersi ridurre i servizi”. No, ma magari vorrebbero vedere un maggiore controllo su chi li utilizza, che non sempre, quando si parla di servizi sociali e di esenzioni, ne ha il pieno diritto. “Noi stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre competenze per il recupero dell’evasione fiscale – ha concluso l’assessore – ma dobbiamo limitarci, appunto, a ciò che compete alla pubblica amministrazione. Per quanto riguarda i controlli su chi usufruisce dei servizi sociali e delle esenzioni per mensa e trasporti scolastici noi possiamo limitarci a fare, e lo facciamo, segnalazioni alla Guardia di Finanza, che è l’organo preposto ai veri controlli”.

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